Il Covid ha abbassato i prezzi, il Napoli non vuole svendere i suoi gioielli. Koulibaly e Fabian sono ancora qui. Le casse piangono (relativamente), il tecnico ride. E con lui i tifosi
Capita spesso, nel calcio come nella vita, che le grandi occasioni si presentino quasi per caso. Nel calcio, tra i tanti esempi, torna alla mente quello dell’Inter dei 51 punti che in estate acquistò Madjer – il tacco di Allah – che però non superò le visite mediche e venne rimpiazzato da Diaz che si rivelò prezioso per la conquista del tricolore e il supporto a Serena.
Per il Napoli non è proprio la stessa cosa. È l’operazione inversa. La mancata conquista della Champions e un monte ingaggi troppo oneroso hanno spinto la società a mettere in preventivo la cessione di almeno un pezzo pregiato della rosa. Il primo della lista era ed è Kalidou Koulibaly. Il secondo risponde al nome di Fabian Ruiz. Per entrambi, però, il coronavirus ha complicato i piani del club che fin qui ha venduto il solo Allan peraltro partendo dalla richiesta di 40 milioni e finendo con la somma di 23 più 5.
De Laurentiis ripete come un mantra che non vuole svendere i suoi gioielli. E ha ragione. E ha la forza di farlo. Il mercato, però, è cambiato. Le squadre fanno fatica ad acquistare. Ha fatto fatica persino il Liverpool dove Klopp ha dovuto portare avanti e un tira e molla di settimane per convincere il club ad acquistare Thiago Alcantara.
I leggendari cento milioni per Koulibaly non li offre più nessuno. Anche perché, nel frattempo, il nostro Kalidou ha toccato quota 29 anni. De Laurentiis ha metabolizzato questo passaggio. Ma non digerisce il successivo. Il mercato non offre nemmeno 70 milioni per il difensore centrale senegalese. Offerte vere e proprie non ce ne sono mai state. Il procuratore ha provato, soprattutto in Premier, di avviare trattative. Lo ha anche fatto ma fin qui nulla è stato messo nero su bianco e ormai manca una settimana al termine del calciomercato. Il City 68 milioni li ha sborsati per un centrale di 23 anni: Ruben Dias.
L’altro pezzo pregiato è Fabian Ruiz. Anche qui siamo distanti dal prezzo favoleggiato la scorsa stagione: 70 milioni. Oggi il Napoli lo venderebbe ufficialmente a 50 milioni; in realtà già attorno ai 45 – milione in più, milione in meno – lo si può portare via.
Senza dimenticare il tentativo di dare via i vari Milik, Younes, Malcuit, Ounas cui va aggiunto Maksimovic. Perché se restasse Koulibaly, e al momento non ci sono motivi per dubitarne, il Napoli avrebbe quattro centrali di spessore e uno potrebbe andar via: proprio il serbo.
Questo per quel che concerne il fronte societario. Possiamo dire che la dirigenza è ben lontana dal raggiungimento dei suoi obiettivi. Giuntoli non ha venduto praticamente nessuno – tranne Allan. E De Laurentiis non ha gradito. Lui no. Ma Gattuso sì. Che si ritrova una squadra molto forte, rodata, completa in ogni reparto, cui va aggiunto Lozano che non è più l’oggetto misterioso. Ieri il Napoli ha perso Insigne e non se n’è praticamente accorto, perfettamente rimpiazzato da Elmas che ha anche dato più equilibrio alla squadra.
Il coronavirus ha dato al Napoli e a Gattuso la grande opportunità di potersi giocare la stagione con una rosa molto forte, tra le più complete della Serie A. Un gradino sotto a Juventus e Inter. Ma la Juventus è al terzo allenatore in tre anni e al di là delle dichiarazioni di entusiasmo per Pirlo da parte di Cristiano Ronaldo, è inevitabile pagare un dazio al rodaggio. Ieri sera, a Roma, Pirlo si è lasciato trascinare dall’entusiasmo e ha schierato una formazione paurosamente sbilanciata.
Aggiungiamo che sabato scorso l’Inter ha mostrato in maniera evidente le proprie difficoltà. Non stiamo dicendo che il Napoli vincerà lo scudetto. Stiamo però dicendo che il Napoli si ritrova a giocare una stagione che non sarà di muta. La temuta trasformazione con la vendita dei “migliori” e l’avvio di una sorta di ricostruzione non ci sono stati. Anzi.
Gattuso è stato anche bravo ad abbandonare la sua idea del 4-1-4-1 (impropriamente definito dai media 4-3-3) con Demme davanti alla difesa, cercando così di limitare i danni della comunque dolorosa cessione di Allan. Ha rispolverato principi dello scorso anno, con Fabian e Zielinski in mezzo al campo. Che ovviamente possono giocare benissimo. E con Elmas a sinistra, va ancora meglio. Il Napoli ha anche Demme e Lobotka in panchina, sono due buoni panchinari. Davanti c’è l’imbarazzo della scelta, con un Lozano in più. Oltre a Osimhen. Il Napoli è completo anche in difesa e persino in porta.
Le casse del Napoli piangono (sempre relativamente, siamo distanti anni luce dai bilanci in rosso fisso della Juventus) ma il Napoli e Gattuso, invece, ridono. E anche i tifosi possono farlo. Per una volta, per usare i termini dei papponisti, De Laurentiis sta malamente perdendo lo scudetto del bilancio. E per quell’altro, meglio rimanere in silenzio.