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Milena Vukotic, la signora Fantozzi: Paolo Villaggio aveva due mogli

La grande attrice ricorda a Libero il personaggio immortale di Pina: “A casa Villaggio una volta la domestica mi annunciò urlando: “Signora Maura, c’è alla porta la moglie di suo marito!”

Milena Vukotic, la signora Fantozzi: Paolo Villaggio aveva due mogli

“Fantozzi vive ancora, è negli uffici, nei posti di lavoro…”. E così Milena Vukotic resta sempre Pina, la moglie del Ragionier Ugo. Nonostante una carriera infinita tra teatro cinema e tv, Vukotic ricorda a Libero “con grande gratitudine e tenerezza” “una donna che sembra vinta, ma che alla fine si rivela forte, perché sa sopravvivere a tutte le incongruenze della vita”.

«Le racconto un aneddoto del tutto vero. Un pomeriggio vado a casa di Paolo Villaggio. Suono, mi apre la domestica. Che mi vede, e senza pensarci due volte urla: “Signora Maura, c’è alla porta la moglie di suo marito!”. Era un segno paradossale di quanto il personaggio di Pina fosse penetrato nell’immaginario».

Com’era Paolo Villaggio?

«Dovessi scegliere una parola, direi: poetico. Sapeva raccontare le cose più semplici con un’enfasi, una vibrazione, un sentimento rari anche nelle persone più sensibili».

Da Fellini a Bunuel, da Strehler a Monicelli, da Risi a Scola, Poi ballerina a Ballando con le stelle. Sessant’anni di carriera artistica multiforme.

«Fellini è stato tutto. Vivevo a Parigi, danzavo, non pensavo al cinema. Vidi La strada e la mia vita cambiò di colpo: volevo conoscere l’uomo che aveva creato quelle emozioni. Quella fu la mia sliding door, la deviazione verso un’altra vita, la vita di attrice. Fellini mi ha illuminata, ha visto dentro di me aspetti, emozioni che io stessa non avevo scoperto. E, cosa ancora più preziosa, mi fu amico. Spesso lui e Giulietta mi invitavano, nella loro casa a Fregene: Giulietta improvvisava fantastiche cene, Federico telefonava e invitava amici. L’amicizia di Federico è stata, per me, un enorme premio».

Vukotic è sposata da più di 20 anni col critico Alfredo Baldi, ma vivono in case separate, unite da un balcone.

«Passiamo gran parte del giorno insieme, ma poi è fondamentale avere ciascuno il suo spazio. Mangiamo insieme, vediamo insieme la tv. Poi, però, ognuno nel suo appartamento. È una cosa civile, di rispetto dell’altro. Ogni tanto ci incontriamo nel balcone».

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