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Totti: “Accompagno mio figlio all’allenamento, ma resto nel parcheggio. A Trigoria non ci entro”

Il Capitano racconta a Repubblica la sua nuova vita fuori dalla Roma, e delinea un calcio di ex campioni al comando: “Il rispetto per il tuo passato ti garantisce tempo, Gattuso per esempio l’ha sfruttato benissimo”

Totti: “Accompagno mio figlio all’allenamento, ma resto nel parcheggio. A Trigoria non ci entro”

Francesco Totti aspetta che i Friedkin lo invitino a prendere un caffè, “e sinceramente penso che succederà. Ma al momento non c’è stato alcun contatto”. Per cui, il Capitano a Trigoria non ci entra, non più. “Sono stato qualcuno lì dentro. Ci tornerò a tempo debito”, dice. E descrive una scena un po’ surreale:

“Al mattino porto Cristian all’allenamento ma non entro, non mi va. Se la sessione è lunga torno a casa, se invece è breve lo aspetto sul retro, nel parcheggio all’ombra, sbrigo un po’ di telefonate, sono sempre in arretrato. Ma dopo qualche minuto arrivano Vito Scala, i magazzinieri, tutto il personale di Trigoria che ha vissuto con me per 25 anni, gente che mi vuol bene. Hanno visto Cristian, sanno che sono lì fuori. Prendiamo un caffè, si chiacchiera, si sorride”.

Francesco Totti racconta a Paolo Condò, nell’intervista che inaugura la nuova collaborazione della firma di Sky per Repubblica, la sua nuova vita da ex. E il rapporto con la “sua” Roma. Ma non solo. Totti delinea un calcio futuro fatto sempre di più di ex-calciatori al potere, tra panchine e ruoli dirigenziali. E c’è anche Gattuso, tra questi.

“C’è il Bayern, che pure ha appena vinto la Champions con Rummenigge, Hoeness e Kahn in prima fila. Mi dica quanto è forte Theo Hernandez. Tanto, vero? Beh, l’ha scelto Paolo Maldini, che di terzini sinistri, e non solo, evidentemente se ne intende”. “È una tendenza nata dal successo di Zidane. Quando parla un allenatore che è stato un campione, lo spogliatoio ascolta perché lo rispetta. Naturalmente deve esserci una capacità tecnica, se il campione è un bluff viene scoperto e finisce tutto. Però il rispetto per il tuo passato ti garantisce un po’ di tempo in più, e Gattuso per esempio l’ha sfruttato benissimo. Pirlo? È una persona d’oro, spero sinceramente che ce la faccia e devo dire che la Juve difficilmente sbaglia una scelta. Ma non mi aspettavo un passo così deciso, non è normale che un debuttante riceva un incarico gravato da simili aspettative. Andrea dovrà essere Pirlo, vale a dire un fuoriclasse, anche in panchina. E da subito”.

E poi ci sarebbe De Rossi.

“Sento spesso Daniele, è carico come una sveglia per allenare, per me sarebbe prontissimo e trovavo adeguata l’idea Fiorentina. La Roma per ora lasciamola stare”.

Totti si muove così anche nella sua vita professionale, si contorna di ex compagni. Ha un’agenzia di procura:

“Lavoro con vecchi amici: Candela segue la Francia, Aldair il Sudamerica. Assieme cerchiamo ragazzi con qualità di base notevoli, e spieghiamo loro la mentalità che porta al vertice. I contratti vengono dopo, sono una conseguenza, io ti dico come devi vivere per meritarteli, ed è abbastanza normale che se glielo assicura Totti un ragazzo ci crede. Questo vuol dire che non brucio dall’esigenza di cambiare, ho trovato un’altra cosa che mi appassiona. Messa in chiaro la premessa, è naturale pensare che prima o poi io e la Roma ci ritroveremo. Ma i tempi non li detto io, e soprattutto non aspetto che succeda seduto a far niente sul divano di casa”.

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