È stato ceduto solo Allan. Sono rimasti Koulibaly e Fabian. E sono arrivati due profili che mancavano: Bakayoko in mediana e Osimhen davanti
È passato un giorno da quando si è chiuso un mercato che tutti ci saremmo aspettati diverso, per tanti motivi. Magari era lecito immaginare investimenti oculati, vista la crisi sopraggiunta, e invece il Napoli ha riscritto il record di acquisto più costoso (con Osimhen). Era altrettanto corretto supporre che diversi giocatori, anche di primo livello, avrebbero lasciato la squadra, perché giunti a fine ciclo o quasi: i vari Allan (unico ad aver effettivamente cambiato squadra), Milik e per certi aspetti lo stesso Koulibaly erano i principali indiziati. Cessioni importanti, che avrebbero ridato liquidità al Napoli e avrebbero più o meno pareggiato entrate ed uscite. Il divario invece è molto più ampio, eppure ciò che economicamente è sconveniente assume tutt’altra veste se valutato sul piano tecnico.
Il Napoli ha una rosa profondissima e con giocatori affidabili quasi in ogni ruolo. A cominciare dai portieri, dove forse avere un dualismo non è così opportuno. Il reparto difensivo può contare su quattro centrali di livello che già conoscono la Serie A; la coppia composta da Manolas e Koulibaly è tra le migliori del campionato. Sugli esterni, con ogni probabilità, sarebbe servito un terzino sinistro sia per elevare il livello qualitativo della squadra sia per sopperire alle prolungate assenze di Faouzi Ghoulam, che ormai è finito ai margini del progetto dopo i tanti problemi fisici.
A centrocampo l’arrivo di Bakayoko in extremis completa un set di giocatori molto diversi tra loro, che col francese guadagna nella fisicità e nella conduzione della palla, due aspetti in cui il Napoli era carente e che può portare a diversi aggiustamenti. Gattuso accoglie un giocatore che già conosce, che ha seguito molto da vicino e che per caratteristiche può consentirgli più variazioni in quella zona di campo. Un profilo nuovo, che gli permetterà di cambiare abito alla squadra in base all’avversario e all’andamento della partita. Il tutto con un’insolita operazione in prestito secco (insolita per il Napoli) che pesa in modo marginale sul bilancio.
In attacco si concentrano le sorprese maggiori. Mertens all’inizio non sembrava destinato a rinnovare col Napoli, poi è rimasto. L’acquisto di Petagna poteva facilmente essere inquadrato in una politica di player trading, col centravanti che avrebbe potuto seguire le stesse orme di Inglese, comprato ad un prezzo e rivenduto quasi al doppio. Milik, infine, da tempo in rotta con la società, era in uscita dopo il mancato rinnovo, ma a causa di un atteggiamento poco incline alle trattative e ai compromessi non ha raggiunto un accordo né col Napoli per risolvere le pendenze in sospeso che l’avrebbero portato alla Roma, né con la Fiorentina che ci ha provato in extremis.
Ad oggi sono tante le questioni irrisolte, ma Gattuso potrà contare su una rosa profonda, con doppia alternativa in tutte le posizioni del campo. Un aspetto fondamentale per garantire al Napoli la competitività in Italia e in Europa, in una stagione dove gli impegni sono più compressi.