Il Fatto: “costretti a pagarlo 26 euro quando costa 5,50. Una sola cosa dovevano fare: procurare per tempo e in abbondanza i vaccini antinfluenzali. Non l’hanno fatto”
Trovare un vaccino anti-influenzale in Lombardia è praticamente una missione impossibile. Lo scrive, sul Fatto, Alessandro Robecchi. Vaccini, nella ricca Lombardia, martoriata dal Covid a marzo, non ce ne sono. E non solo per i cittadini normali, ma anche per operatori della sanità, over 60 e bambini da zero a sei anni, ovvero le categorie per le quali è consigliato il vaccino.
Robecchi scrive.
“L’esimia Regione di mister Fontana, ha escluso dalle possibili forniture i lavoratori del settore pubblico (si arrangino) e gli operatori della sanità privata, che fino all’anno scorso erano compresi nelle forniture e quest’anno no: si arrangino pure loro. Ridursi a indire gare di fornitura a metà ottobre è semplicemente folle: una prova di inadeguatezza politica macroscopica. A pensarci bene, Fontana & Gallera, la premiata ditta, dopo averne fatte più che Carlo in Francia, detenere il record di decessi (la metà di tutta Italia), pasticciare con gli interessi privati e famigliari, dire “va tutto bene” quando andava malissimo e “siamo stati bravi”quando facevano schifo e compassione, una cosa dovevano fare. Una sola. Una sola fottuta cosa: procurare per tempo e in abbondanza i vaccini antinfluenzali. Non l’hanno fatto“.
E, mentre sulle home page dei maggiori operatori privati lombardi campeggia il monito a vaccinarsi, il prezzo di ciascuna dose sarà altissimo. In un altro articolo, sempre il Fatto scrive che la Lombardia è stata costretta a comprare il vaccino a prezzi esorbitanti: 26 euro a dose dalla Falkem Swisse, pur di assicurarsi 400 mila dosi. Un totale di 10.400.000 euro.
“Un’enormità, se si considera che sul mercato – in condizioni normali, quando cioè si dovrebbero fare le gare per i vaccini antinfluenzali, a primavera – la stessa dose costa in media non più di 5,50 euro più iva“.
E pensare che a marzo scorso è stata annullata una gara per 1,3 milioni di dosi perché il prezzo proposto dall’unico partecipante (5,9 euro a dose) è stato considerato troppo alto.
Oggi il Pirellone, “con l’acqua oltre la gola”, restato senza scorte di vaccini, ha accettato il prezzo altissimo. E non solo quello.
“Oltre ad aver accettato i 26 euro a dose, la Regione ha anche concesso al venditore termini di consegna delle dosi molto laschi (“entro il mese di novembre”) e ha anche rinunciato alla fideiussione normalmente prevista in questo tipo di contratti. Tutto pur di avere le benedette dosi”.
Le dosi disponibili di vaccino sono circa 2,8 milioni, ma la platea è molto più vasta.
“Solo i bambini 0-6 anni, secondo l’Istat, sono 577.960, mentre gli over 60 sono 2.933.291. A questi vanno poi aggiunti i cronici e i sanitari”.