Cosa nascondono le dichiarazioni di Gravina e Spadafora. Sanno bene che nessun tribunale darebbe torto al Napoli. Ma cercano di salvare il campionato
Le dichiarazioni di Gravina e Spadafora sembravano andare in un’unica direzione, quella della difesa del protocollo e dell’accusa al Napoli per la mancata presentazione alla partita con la Juventus. Questa, però, è solo la reazione superficiale a dichiarazioni rilasciate a caldo.
Il ministro dello Sport e il presidente della Federcalcio hanno voluto lanciare un messaggio alle Asl: “non esercitate più deroghe che vanno in controtendenza rispetto al protocollo”. È un atto dovuto per provare a salvare il campionato.
Il Napoli, però, è in una botte di ferro. Il presidente della Figc Gravina si è lasciato andare quando ha rilasciato la dichiarazione: «Chi ha sbagliato, pagherà». Nessuno pagherà. Di certo non pagherà il Napoli.
La vicenda della bolla è una boutade. Al ministero dello Sport sanno benissimo che nessun club di Serie A ha osservato i 14 giorni di bolla per un positivo.
Il club di Aurelio De Laurentiis è al sicuro. Il Napoli non può perdere per 3-0 una partita che avrebbe potuto giocare soltanto compiendo un reato penale. Le lettere dell’Asl e della Regione Campania sono chiarissime. Per alcuni esperti di diritto sportivo presentano alcune superficialità, non sembrano scritte da un esperto in materia, ma l’intento appare in maniera fin troppo chiara.
Insomma il Napoli non rischia. Juventus-Napoli sarà rigiocata. Il calcio italiano chiede alle Asl un rispetto rigoroso del protocollo: niente deroghe per alleggerire le bolle, e di conseguenze niente deroghe alla possibilità di uscirne per giocare le partite. Più rigore, meno rischi.
Il calcio italiano ha trovato la sua quadra: Juve-Napoli si giocherà – forse il 13 gennaio – perché nessun tribunale ordinario darebbe torto a De Laurentiis, ma il messaggio inviato a tutti è di salvare e salvaguardare il campionato di Serie A e quindi il calcio italiano.