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Il Var su Lozano non può intervenire: l’errore c’è ma non è chiaro ed evidente (come a Bergamo)

Premesso che ancora non esiste un protocollo chiaro ed esaustivo, c’è un motivo se Doveri non è stato richiamato. È lo stesso che ha fatto richiamare Calvarese

Il Var su Lozano non può intervenire: l’errore c’è ma non è chiaro ed evidente (come a Bergamo)

La doverosa premessa è che, giunti ormai all’inizio della quarta stagione col VAR, l’istituzione competente (l’IFAB) non è stata ancora in grado di redigere in modo chiaro e minuziosamente analitico il protocollo di intervento degli assistenti in video. Purtroppo, la nebulosità normativa è un problema che viaggia di pari passo lì dove ci sono leggi e regolamenti, in ogni ambito. Quindi, anche quello sportivo. Il protocollo recita quanto segue.

Un VAR può assistere l’arbitro soltanto in caso di ‘chiaro ed evidente errore’ o ‘mancata visione di un evento importante’ in relazione a gol, rigori, espulsioni dirette o errori d’identità.

Sul significato di ‘chiaro ed evidente errore’ potremmo trascorrere ore di dibattito, senza venirne a capo con una soluzione condivisa. Prendendo due episodi del weekend di Serie A appena trascorso, però, si potrebbe facilmente fare un distinguo tra ciò che lo è e ciò che invece non rientra in questa fattispecie. E cominciare un po’ ad orientarsi.

Quanto al primo, l’abbiamo già analizzato: è l’episodio che ha portato al rigore in Atalanta-Sampdoria. Resta un mistero la concessione del penalty dopo la review al monitor, ma il presunto contatto tra Zapata e Keita è un perfetto esempio di funzionamento del VAR. Calvarese aveva sanzionato un colpo rifilato dall’attaccante blucerchiato al colombiano, ma Banti dalla sala video l’ha chiamato alla revisione. Perché l’ha fatto, nonostante l’arbitro fosse posizionato bene e abbia visto?

Il presupposto di quel fallo da rigore è che ci sia stato un contatto falloso. Nel momento in cui questo non si verifica, il VAR è autorizzato a intervenire. E l’ha fatto tempestivamente. L’errore, purtroppo, lo commette Calvarese restando della sua idea, quando la decisione corretta sarebbe stata assegnare un calcio di punizione a due in area per gioco pericoloso.

Passiamo ad un episodio che non rientra in questa categoria, cioè il contatto tra Foulon e Lozano in Benevento-Napoli. A parere di chi scrive, l’intervento è falloso perché è di un’entità tale da sbilanciare l’attaccante avversario che è davanti ed è in anticipo. E proprio per questa posizione del corpo rende impossibile la contesa del pallone per il difensore, che tampona (in senso automobilistico) il messicano.

Altri sono di diverso parere, sostenendo che invece la gravità del contatto non comporterebbe il fallo. È questo il fulcro del discorso: sull’intensità dell’impatto il VAR non può e non deve intervenire, perché conta il parere in presa diretta dell’arbitro di campo. Questo perché le immagini, specialmente quelle rallentate, potrebbero trasferire una visione distorta dell’episodio. La fattispecie pertanto non ricade nel “chiaro ed evidente errore” ed è corretto che Valeri non sia intervenuto per far cambiare idea a Doveri.

La direzione nel complesso è stata discreta dell’arbitro romano che non è apparso nella sua miglior versione. Si conferma comunque uno dei profili più affidabili alle spalle di Orsato: non a caso, ha diretto l’ultima finale di Coppa Italia e fu mandato in Grecia per il derby di Salonicco dell’ottobre 2018: una della partita più complesse da arbitrare in Europa.

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