La giurisprudenza è regolata dalla “gerarchia delle fonti”. Per superare una legge ci vuole un’altra legge, non un protocollo di un ente privato.
Dunque, la Lega Serie A si è schierata pesantemente a favore della Juventus. Siamo in campagna elettorale anche per i vertici del mondo del calcio, della giustizia sportiva, dello sport italiano.
E, salvo colpi di scena clamorosi, la Juve vincerà 3-0 a tavolino contro il Napoli.
Naturalmente adesso si aprirà un contenzioso giudiziario e sportivo che coinvolgerà i tifosi delle due squadre.
Il Napoli è convinto che vincerà alla fine il contenzioso. Insomma che la Juve non potrà avere i tre punti. Le altre squadre che giocano, pur essendo in isolamento, lo fanno perché autorizzate a viaggiare. La Asl di Napoli, in virtù della situazione di contagi in Campania (prima regione d’Italia da giorni) non ha autorizzato il Napoli a volare a Torino.
La Lega Serie A si appella al protocollo siglato tra tutte le società della serie A con i vertici istituzionali del calcio e con l’avallo del governo. Una tesi che viene contestata radicalmente da chi sostiene le ragioni del Napoli.
Quelle che seguono sono le riflessioni di esperti di lungo corso in materia giuridico-sportiva
«Il protocollo, quello a cui fa riferimento la Lega, non “supera” le disposizioni di legge. La giurisprudenza è regolata da un principio di “ordine generale” che definisce “la gerarchia delle fonti”. Prima la Costituzione, poi le leggi dello stato, poi i regolamenti attuativi.
«Il protocollo della Lega non può modificare una legge».
Possono le ASL mettere in “crisi” il Protocollo? Le funzioni delle Asl, svolte tramite i dipartimenti di prevenzione, sono definite dagli articoli 7, 7 bis, sette ter, e 7 quater del decreto legislativo 502/92. Per superare una legge ci vuole un’altra legge, non un protocollo di un ente privato».
«Con la modifica del titolo V della Costituzione (art. 117 e 118), le regioni hanno un “potere” autonomo di gestione della ”tutela della “salute pubblica”. Con l’aggravarsi della situazione epidemiologica, l’Asl ha ritenuto opportuno di intervenire a tutela del principio della salute che è, come definito dalla Costituzione, un “diritto fondamentale” di tutti gli “individui”. Un atteggiamento diverso ed omissivo della Asl definirebbe una palese “disparità di trattamento” tra il cittadino “calciatore” e gli altri cittadini italiani».
«Nella scuola, se un bambino è positivo, l’autorità sanitaria, a suo insindacabile giudizio, definisce la “quarantena” o “l’isolamento fiduciario” per tutta la classe. La legge è uguale per tutti.
Il singolo cittadino o ente che non rispetta le disposizioni dell’autorità sanitaria va incontro a sanzioni penali, definite dalla legge».