Il caso Milik lo conferma: è l’unico club che ha la forza economica di non piegarsi. Al contrario di Roma, Fiorentina, Milan. Mentre l’Inter ha scelto di somigliarle
C’era una volta un campionato di calcio definito in più bello al mondo: un campionato in cui la squadra più ricca e potente veniva strenuamente contrastata da avversarie magari meno ricche (Roma), meno potenti (Fiorentina) ma fiere ed orgogliose della propria identità.
Ebbene, l’utilizzo del verbo declinato al passato è una scelta obbligata alla luce delle vicende di calciomercato che hanno interessato gli ultimi giorni della sessione estiva.
Le storie che hanno visto come protagonisti Dzeko e Chiesa esplicitano in maniera evidente quella che è la triste situazione creatasi nel calcio italiano: quelle che erano appunto nemiche storiche della Juventus (Roma e Fiorentina) oggi sono di fatto totalmente piegate ai “desiderata” del potere sabaudo bianconero.
Chiesa, il simbolo e capitano della Fiorentina ceduto nell’ultimo giorno di mercato per un tozzo di pane (almeno per questa sessione, poi pagato a rate) proprio alla Juventus; Dzeko, a sua volta simbolo e capitano della Roma, messo a totale disposizione sempre della solita Juve fino ad arrivare alla umiliazione della panchina alla prima giornata di campionato per preservare il prodotto da vendere (i compianti Dino Viola e Franco Sensi si saranno letteralmente rivoltati nella tomba).
E d’altronde i segnali erano già evidenti a voler riflettere: Bernardeschi ceduto sempre alla Juventus senza colpo ferire (Zeffirelli dove sei?), per non parlare degli svolgimenti di quei Roma- Juventus piazzata casualmente sempre alle ultime giornate di campionato. Baggio, ricordiamo, fu un caso molto controverso.
In questo quadro di desolante arrendevolezza rispetto alla dittatura di Andrea Agnelli la rottura degli schemi arriva dall’unico vero nemico che ancora prova a resistere: il Napoli.
La vicenda Milik sta li a dimostrare che c’è ancora chi ha la forza economica ma anche politica di dire NO, di non sottostare al ricatto bianconero. Pagare moneta, vedere cammello: altrimenti non c’è trippa per gatti.
Immagino già le obiezioni: E le milanesi? Non erano loro le blasonate storiche nemiche dei bianconeri? Si, insomma…non poi così tanto a ben vedere.
Il Milan negli ultimi anni con gli acquisti di Bonucci e Higuain non solo ha aiutato i bianconeri ad aggiustare il bilancio disastrato ma ha ancora una volta dimostrato l’esistenza di quella affinità elettiva tra le due sponde di fatto mai negata dai protagonisti: come tra aristocratici che fanno finta di litigare ma poi vanno al bar assieme a mangiare le tartine.
E vabbè ma almeno il famoso derby d’Italia? Inter- Juve nemiche assolute dal dopo Calciopoli?
Anche sulla sponda nerazzurra mentre nessun dubbio può esserci sul fatto che per i tifosi la Juve resti il nemico assoluto, in società le cose hanno preso una piega ben diversa: le scelte Marotta, Conte, Vidal etc dimostrano che ormai si è scelto la strada del “se non puoi batterli, almeno copiali” (i maliziosi direbbero che i cinesi seguono sempre lo stesso schema, ma noi siamo politically correct).
Ed allora, se va riconosciuto che Lotito prova in qualche modo a contrastare Agnelli ma con armi alquanto spuntate (il mondo laziale è troppo esiguo e troppo politicizzato per riuscire ad attrarre simpatia), ecco che si arriva a dama: l’unica vera antagonista della Juventus, da 10 anni orami a questa parte, è solo il Napoli.
Avversaria calcistica, ma non solo. Una rivalità che assume ormai sempre più connotati che oseremmo definire antropologici, a rappresentare la unica reale contrapposizione “concettuale” del Paese: esattamente come avviene in Spagna tra il monarchico Real Madrid e l’identitario Barcellona.
Se avete qualche dubbio provate a fare un giro sulle pagine social o sui siti tematici juventini: l’ossessione Napoli ormai fa capolino ovunque (soprattutto tra i meridionali bianconeri, va ammesso). Nell’immaginario del tifoso juventino “millenial” è senza dubbio il Napoli l’avversario per antonomasia: quel Napoli che è bene ricordarlo negli ultimi 9 anni di trionfo ininterrotto bianconero ha in ogni caso ottenuto un significativo 3-1 di vantaggio nelle finali secche giocate contro la Juventus.
Un fastidio per l’appunto accentuato ancora di più dalla vicenda Milik, con protagonista quel De Laurentiis che a differenza degli altri non si piega (Commisso, Friedkin) e nemmeno scopiazza i metodi bianconeri (Zhang). E per questo ancora più avversato dal mondo juventino: se c’è una cosa che fa impazzire il Potente di turno, è non trovare la chiave per addomesticare gli altri.
Né complici né sudditi.
Autonomi. E per questo sani avversari: ormai gli unici rimasti in Italia.