“I giocatori e lo staff del Napoli sono in quarantena e non possono lasciare il domicilio. Se contravvenissero alla disposizioni sanitarie possono configurarsi anche reati diversi”.

Il commissario dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, è intervenuto a 90esimo minuto e commentato le vicende di Juventus-Napoli, con lo stop alla trasferta per la squadra di Gattuso. Verdoliva ha difeso l’operato dell’Asl dicendo che non ha fatto altro che applicare a squadra e staff gli stessi provvedimenti che valgono per tutti gli altri cittadini campani.
“La corrispondenza tra l’Asl Napoli 1 e la società Napoli è cominciata il 2 ottobre, quando è stata segnalata la positività di due membri della società. Il giorno dopo abbiamo avuto la conferma dall’Asl Napoli 2 Nord, che è competente per la residenza del giocatore Zielinski, dei contatti stretti. Abbiamo avuto un lungo elenco e lì è scattato il protocollo, che in una logica giuridica vede pregiudiziale la salvaguardia della salute della collettività e del singolo. Quindi sono scattati, rispetto alle circolare del Ministero della Salute e dell’Iss, quelli che per noi sono i confinamenti, cioè la quarantena dei contatti stretti, ciò che facciamo dallo scorso febbraio per tutti. Abbiamo riconfermato oggi al Napoli che i giocatori e lo staff tecnico sono in quarantena e pertanto non possono lasciare il domicilio dichiarato. Non abbiamo parlato di altro. Noi, per il resto, non interveniamo sulle possibili trasferte dei soggetti in quarantena, non è nelle nostre competenze, non entriamo nel divieto di giocare la partita. Abbiamo fatto quello che abbiamo fatto per migliaia di altri cittadini. Se avessero contravvenuto all’obbligo? Un cittadino che contravviene alla disposizioni sanitarie è soggetto a sanzioni amministrative ed essendoci una pandemia possono configurarsi anche reati diversi”.
Verdoliva ha continuato:
“Secondo la circolare del Ministero della Salute, il dipartimento di prevenzione può permettere lo svolgimento della partita. Contestualizzato al momento dello scenario epidemiologico, dove abbiamo centinaia di contagi, il nostro dovere è quello di salvaguardare la salute della collettività. Abbiamo applicato quello che si fa in pandemia, il contact tracing, limitando il girovagare di persone potenzialmente positive e quindi trasferire il contagio ad altri. Non penso che le altre Asl abbia espressamente autorizzato il Milan ad andare a Crotone. Penso che siano stati messi in quarantena dopodiché il Milan è partito. Se il Milan avesse posto il quesito all’Asl di competenza avrebbe ricevuto la stessa risposta che l’Asl Napoli ha dato al Napoli”.