Il cantautore ricorda a Repubblica il suo incontro con Diego nel 1987dopo una trasmissione con Minà «Ci siamo riconosciuti tra noi figli del popolo»
Enzo Gragnaniello ha raccontato oggi a Repubblica del suo nuovo disco “Fa caldo” che esce oggi
«“Fa caldo” è un testo senza tempo, parla della lontananza, della impossibilità di abbracciarsi»
Un testo scritto ad agosto e che parte da altre ispirazioni, ma più che mai vero ora per Napoli che piange il suo Maradona che Gragnaniello ebbe la fortuna di incontrare nel 1987 grazie a Gianni Minà
«Nel 1987, mi abbracciò in camerino dopo la mia esibizione nel programma di Gianni Minà “Atleta d’oro”. Minà abbinava un musicista a uno sportivo. Io cantai per Maradona. Ci siamo riconosciuti tra noi figli del popolo, i capelli lunghi, la faccia india. Rappresenta i diseredati di tutto il mondo, gli ultimi. Lui scugnizzo come tanti di noi, nato in un barrio povero. Ma come diceva De André “dal letame nascono i fiori”».