Al Corrmezz Alessia Fresca spiega che la sua traduzione della parole di Nunzio Giuliano venne completamente stravolta da un giornalista spagnolo
Il Corriere del Mezzogiorno riporta oggi una verità venuta fuori dopo la morte di Maradona riguardante un’intervista rilasciata nel 1991 da Nunzio Giuliano a un giornalista di un noto quotidiano spagnolo, all’indomani della fuga del Pibe de Oro da Napoli. A parlare è Alessia Fresca, da ventotto anni in forza presso il Consolato Generale di Spagna a Napoli e, all’epoca fu scelta per accompagnare il giornalista come traduttrice.
La Fresca spiega che la sua traduzione venne completamente travisata dal giornalista
«Tradussi l’accorato discorso di Nunzio Giuliano per il corrispondete della testata spagnola. L’ex-camorrista poneva spesso l’accento sul fatto che aveva accettato l’intervista per chiarire, in via definitiva, l’estraneità del clan Giuliano dalla questione Maradona-cocaina e che erano stati il jet set partenopeo, l’alta borghesia e i professionisti della zona di Posillipo a far avvicinare, in maniera chiara e inequivocabile, il calciatore alla cocaina. Mi colpì molto l’affetto che Giuliano nutriva per il calciatore argentino e la chiarezza delle sue parole di amicizia sincera. Quando uscì l’articolo, il giornalista stravolse completamente il contenuto e il senso dell’intervista, dichiarando che furono i fratelli del clan Giuliano a offrire la cocaina a Diego»
In seguito all’uscita dell’articolo lo stesso Giuliano si risentì, ma il giornalista diede la colpa alla traduzione della Fresca che spiega di non aver mai avuto il coraggio di denunciare l’accaduto in quanto all’epoca era solo ventenne e non era assunta dal Consolato
«Ho vissuto questi trent’anni con il rimpianto di non averlo fatto. Io avevo tradotto bene ma quel giornale scrisse il contrario».
Oggi né Diego né Giuliano ci sono più ma la Fresca ci tiene a restituire la verità su quell’intervista e sulle parole di Giuliano che a suo dire erano inequivocabili
«Nessuno di noi Giuliano ha mai offerto la cocaina a Diego Armando Maradona. Nessun affiliato della camorra avrebbe mai danneggiato Diego. Gli vogliamo bene veramente, vogliamo che stia bene e l’abbiamo sempre tenuto alla larga dalla droga, sapevamo che l’avrebbe distrutto. Le strisce di cocaina gli venivano offerte nei festini della ‘Napoli bene’, a Posillipo, a via Petrarca. I ricchi napoletani si pavoneggiavano con lui, si ‘atteggiavano’ e gli servivano la cocaina su un piatto d’argento».