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Non concordo con Sacchi, il Napoli ha la rosa per lottare per lo scudetto

La più armoniosa dell’era De Laurentiis. Bravo Gattuso a rivitalizzare Lozano ma non sia insofferente alle critiche, le chiacchiere attirano interesse e sponsor

Non concordo con Sacchi, il Napoli ha la rosa per lottare per lo scudetto

Non sono d’accordo con Arrigo Sacchi. Il Napoli è tra le squadre in grado di lottare per il titolo. Lo dice la completezza e la varietà della rosa di calciatori a disposizione. Certamente la più armoniosa dell’era De Laurentiis. Una rosa che consente al tecnico di alternare tattiche e moduli anche nel corso della singola partita.

Gattuso come mai accaduto in precedenza ad altri tecnici partenopei ha potuto scegliere i calciatori ed è stato accontentato. Ottenendo che il presidente rinnegasse se stesso nella tipologia di qualche operazione di mercato. Bakayoko docet. Non credo perciò sia corretto affermare “per vincere al Napoli occorre un mezzo miracolo”. Ovviamente occorre che le cose vadano per il verso giusto. Che un minimo lo assista la fortuna che è sempre compagna necessaria nelle vicende della vita. Ma più che altro occorre che il tecnico valorizzi a pieno la rosa che ha ottenuto.

Devo dare atto a Gattuso di avere scelto la strada della chiarezza tattica mandando in campo a Bologna la formazione che lui ha individuato come quella di riferimento. Un 4-2-3-1 senza se e senza ma. Con Osimhen terminale d’attacco. Con Insigne e Lozano sulle fasce. Ed insistendo su Mertens trequartista. Il risultato gli ha dato ragione. E a poco valgono le lamentele di quanti ricordano che il Bologna è poca cosa. E che per un pelo non ha pareggiato. I campionati non si vincono giocando bene tutte le partite. Certamente l’acquisto di Bakayoko ha conferito solidità al centrocampo. E alleggerito Fabian da indigesti compiti di copertura. Il centrocampo del Napoli se è a due in fase di attacco, diventa a quattro in fase di copertura. Con Insigne ed il sorprendente Lozano che ripiegano. Su Lozano vale la pena di soffermarsi un attimo in più .

Perché il lavoro di Gattuso sembra averlo trasformato restituendogli fiducia nei propri mezzi. E convincendolo ad un esercizio di disciplina tattica che non può che giovargli. Intendiamoci non è un fuoriclasse. Ma un ottimo attaccante. E ci è francamente apparso un suicidio la scelta del tecnico felsineo di non raddoppiare mai la marcatura su di lui.

Il ruolino di marcia del Napoli sul piano dei risultati non ammette discussioni. Cinque vittorie ed una sconfitta. Anche se resta in pregiudicato il match con la Juve. Ma su questo Gattuso nulla può.

Piuttosto mi auguro che il simpatico tecnico calabrese non manifesti troppa insofferenza alle critiche. Nel mondo del calcio, che è il regno delle chiacchiere, nessuno ne è immune. Ognuno, anche chi scrive, si crede in diritto di dare consigli e suggerimenti. Ognuno crede di essere un competente. Basta ascoltare le decine di telefonate che arrivano durante le trasmissioni sulle emittenti private. E poi. Hanno ricevuto critiche autentici monumenti della storia del calcio. Da Lippi a Capello ad Ancelotti. È stato criticato aspramente Allegri pur infilando una straordinaria serie di scudetti.

L’Italia credo sia l’unico paese al mondo nel quale si pubblicano tre quotidiani (quotidiani!) sportivi. Che chiacchierano sostanzialmente di calcio. E questo tourbillon di parole genera interesse spasmodico, senso di partecipazione e … sponsor. Quindi occorre portare pazienza.

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