L’immagine che sintetizza la partita di ieri è Petagna che tira debolmente (col suo piede). Per i milanisti abbiamo giocato bene. Sì come no
Se fossi cattivo limiterei il pezzo a tre azioni. La prima riguarda il meraviglioso colpo di testa di Ibrahimovic. Lo svedese parte da fuori area e va a impattare perfettamente, più o meno ai dodici metri dalla porta. Colpisce forte e indirizza precisamente nell’angolo basso, dove (l’incolpevole) Meret non può arrivare. L’attaccante rossonero rende efficace un cross – che seppur buono – è comunque un cross dalla tre quarti, di quelli che normalmente sono preda dei difensori. Specialmente se i difensori sono due e l’attaccante è uno solo. Koulibaly, invece, pare stare in un mondo tutto suo mentre l’azione avviene, fino a un certo punto non si accorge di nulla, poi capisce che è colpa sua, e fa peggio nel resto della partita. Lo avremo visto una decina di volta spingersi in avanti, un po’ a caso, su azioni dove la sua presenza non sarebbe stata necessaria, lo abbiamo visto dormire di nuovo (insieme al resto della difesa) sul secondo gol di Ibrahimovic. Non lo salva l’appoggio a Mertens nell’occasione migliore del primo tempo, non lo salva niente. Koulibaly è nella sua serata no, in questi casi c’è poco da fare, sembra un altro, di categoria inferiore. La seconda azione riguarda Petagna. Sul lancio molto bello di Manolas (mi pare), si trova alle spalle dei difensori del Milan, non perde il vantaggio, entra in area, Donnarumma esce molto bene, ma l’attaccante del Napoli potrebbe fare qualcosa di più, invece no. Mi direte che il destro non è il suo piede, questo ci porta all’azione successiva. Al novantamilesimo della ripresa, Mertens, dopo uno scambio con Insigne, appoggia a Petagna appena dentro l’area. Il numero 37 del Napoli è libero, ha spazio, ha tutta la visuale sulla porta, ha la palla sul suo piede, tira peggio che con il destro, tira centrale, tira debolmente. Questa ultima immagine sintetizza meglio di altre la prestazione del Napoli: ha giocato debolmente.
Se fossi cattivo, dicevo, ma non lo sono. Ricordiamoci una cosa: il Milan ha fatto tre tiri e tre gol. Ha fatto la sua partita ordinata, di pressing e d’attesa, sapendo di avere davanti qualcuno che se arriva un pallone sa cosa farne.
Se fossi cattivo e ingenuo mi lamenterei dell’espulsione di Bakayoko. Mi lamento ma mi lamento con Gattuso, l’espulsione è un suo errore, anche grave. Forse è vero, la prima ammonizione è stata eccessiva, però è avvenuta, è un fatto. Ed è avvenuta abbastanza presto nel primo tempo. Durante l’intervallo, pensando a come gioca Bakayoko e al ruolo che ricopre, mi sono detto: dài, ringhio, sostituiscilo. La seconda ammonizione sarebbe arrivata, con ogni probabilità, e così è stato. Il Napoli è rimasto in dieci non per colpa dell’arbitro, ma per colpa del proprio allenatore. Teniamolo presente.
Se fossi cattivo guarderei all’irritante gioco del Napoli in fase d’attacco. Quante volte, quante? Quante volte il Napoli è arrivato con estrema facilità nei pressi dell’area di rigore del Milan e quante volte non si è risolto a fare qualcosa che portasse al tiro? Ne conto almeno una ventina. Ieri ho visto un film che non avrei voluto vedere, in tre fasi: 1) non sapere a chi passare il pallone e ritornare indietro; 2) nessuno che si muove per suggerire il passaggio; 3) cross inutili come a togliersi il pensiero, cross che qualunque difensore avrebbe respinto. Sbadigli, noia, infelicità. Tutto questo è colpa di Gattuso, al quale ho riconosciuto meriti in altre occasioni, mi preme sottolinearlo (rimando all’analisi tattica di Alfonso Fasano che oggi ha spiegato tutto benissimo). Al di là dei limiti tattici, dovuti al monoteismo, dimostrati ieri sera, mi pare che Gattuso abbia il difetto di non saper leggere le partite in corsa, che non vuol dire – necessariamente – cambiare uno o due calciatori, ma riposizionare quelli che sono in campo, immaginare qualcosa di diverso. Mi domando: l’allenatore è capace di immaginare?
Se fossi cattivo vi parlerei di Politano. Calciatore che sa accentrarsi e tirare, poi non sa fare molto altro, e quando i tiri (come ieri sera) non riescono dimostra tutta la sua inutilità.
Se fossi cattivo vi parlerei di Mario Rui e di Insigne. Ieri sera, non sapendo che fare (il che è inquietante) hanno provato a rinverdire i bei tempi, scambiando sulla sinistra – io la do a te e tu a me tu vieni incontro io mi sposto tu scatti io appoggio tu dal fondo la metti in mezzo – cosa che non sanno fare più, cosa nella quale non credono più (o almeno non sanno più se crederci o meno).
Se fossi cattivo vi parlerei di cari amici milanisti che ieri sera erano così contenti da definire il Milan fortissimo. E li capisco dopo anni davvero tristi per i rossoneri. Amici, che così abituati alle brutte partite, hanno fatto i complimenti al Napoli, che secondo loro ha giocato molto bene. Sì, come no.
Se fossi cattivo chiuderei parlandovi de I pesci non esistono. Un libro molto bello edito da ADD editore e scritto da Lulu Miller. A un certo punto si legge: “ L’uomo che costruisce una cosa così preziosa, così elaborata… salvo vederla crollare… da che parte la mette, la volontà di andare avanti?” Ora, la cosa preziosa non c’è più, è andata perduta come l’archivio dei fossili di David Starr Jordan, uno dei maggiori tassonomici di tutti i tempi, protagonista del libro, bisogna andare a recuperare i pesci uno per uno, classificarli in maniera più responsabile e sicura. Quello che non ha nome non esiste, oggi il Napoli mi pare che non ce l’abbia.