A Repubblica: «In allenamento lanciava il pallone più in alto e quando ricadeva lo colpiva con la spalla, erano tiri veri, tesi, angolat»

«Maradona era il più grande di tutti i tempi, il più memorabile artista. Io li amo, gli artisti. E li ho sempre invidiati perché sanno creare. Sa, io sono un portiere e il mio lavoro è parare la creatività degli altri, solo questo».
Sono le parole di Dino Zoff su Diego, in un’intervista a Republica.
«Mai mi sono permesso di giudicarlo perché l’arte è prepotenza, illumina ogni cosa. Un artista non si comporta come i comuni mortali. Diego è stato il più speciale fenomeno che io abbia mai visto su un campo di pallone».
Cos’era Diego per un portiere? Gli viene chiesto. Risponde:
«Quasi sempre un problema insolubile. Me lo raccontava il mio amico Luciano Castellini, che di Diego fu compagno al Napoli. Mi diceva: Maradona in allenamento arriva al limite dell’area palleggiando di testa, poi lancia il pallone più in alto e quando ricade lo colpisce con la spalla e lo tira in porta, e tu lo devi parare perché è un tiro vero, teso e angolato, solo che è di spalla, mica di piede o di testa».