Con la linea di quattro difensori centrali e senza James (infortunato), la squadra ha più equilibrio: ha battuto Chelsea e Leicester ed è quinto in classifica
L’Everton ha vinto ancora. E per la seconda volta consecutiva non ha subito reti. Era capitato soltanto alla prima giornata quando vinse uno a zero in casa del Tottenham. Sabato scorso, uno a zero al Chelsea. Ieri sera, due a zero fuori casa al Leicester. La squadra di Ancelotti si lascia così alle spalle il periodo poco felice seguito all’inizio entusiasmante che aveva portato i Toffees in testa alla classifica.
Non sono cambiati solo i risultati. I risultati sono una conseguenza. Potremmo dire che Ancelotti ha varato una svolta italianista. O che ha seguito il modello Tottenham che ha consentito a Mourinho di essere anche in testa alla Premier e adesso secondo: ieri sera è stato sconfitto solo al 90esimo dal Liverpool di Klopp.
Quest’anno il tecnico di Reggiolo, alla ricerca del miglior assetto possibile, ha cambiato spesso l’assetto tattico dell’Everton. Ha cominciato col 4-3-3 con Allan davanti alla difesa; poi, per sfruttare la forza degli esterni di difesa (Digne e Coleman), si è convertito alla difesa a tre. Ma proprio sul più bello si sono infortunati sia Digne (ne avrà almeno per altri due mesi) sia Coleman. E allora, dopo una serie di risultati negativi, ecco l’ultima svolta. Una difesa a quattro composta da difensori centrali: Godfrey l’ultimo arrivato, un gran bel giocatore di 22 anni acquistato in estate dal Norwich; poi Mina, Keane e a sinistra Holgate. Addio spinta sulle fasce. Almeno con i difensori. L’unico che si propone di più è Godfrey. In mediana, davanti alla difesa, la collaudata coppia Allan-Doucouré, di grande affidabilità, anche se proprio contro il Leicester Allan si è infortunato e starà fuori almeno tre settimane.
Sulla fascia spazio a Iwobi nigeriano che sta sorprendendo. A gravitare nella zona di Calvert-Lewin ci sono Richarlison e Sigurdsson. Perché l’altra grande novità della svolta dell’Everton è l’assenza di James che si è infortunato. Il colombiano è stato protagonista nel bene e nel male della prima parte della stagione. Si è reso protagonista di giocate straordinarie ma anche di tante pause. Senza di lui, al momento, la squadra è più equilibrata. Anche se con lui al meglio aveva conquistato il primo posto, non va dimenticato. In dieci partite ha segnato tre gol e servito tre assist.
Con questo assetto, l’Everton è molto quadrato. Se contro il Chelsea, qualcuno avrebbe potuto parlare di vittoria fortunata (visti anche i due pali dei Blues), contro il Leicester no. La squadra di Rodgers non ha mai impegnato il portiere Olsen (ah dimenticavamo, Ancelotti ha fatto riposare Pickford suscitando – prima della partita – le rimostranze dei tifosi dell’Everton sui social). L’Everton ha vinto senza mai soffrire. Si sarebbe potuto giocare per giorni, Vardy e compagni non avrebbero mai segnato. E nonostante il 60% di possesso palla, il Leicester ha tirato appena due volte nello specchio della porta avversaria. Contro le sei dei Toffees.
L’Everton è quinto in classifica con 23 punti (lo scorso anno, con Silva in panchna, erano 14). Il Liverpool è primo con 28. La classifica è cortissima. In Premier quest’anno può succedere di tutto. Il Liverpool stasera ha battuto il Tottenham e domenica scorsa ha pareggiato a stento contro il Fulham che è terzultimo. Il City – ottavo con una partita in meno – ieri ha pareggiato in casa contro il West Bromwich che è penultimo e ieri ha pure esonerato l’allenatore.
Sabato ci sarà Everton-Arsenal con i Gunners quindicesimi in classifica. Ancelotti dovrà fare a meno di Allan e soprattutto – non sappiamo se già da sabato – dovrà gestire i rientri del capitano Coleman e di James. Perché, con quattro difensori centrali in linea e con Sigurdsson al posto del colombiano, la squadra ha raggiunto il suo equilibrio. Ma l’abbondanza di qualità non ha mai spaventato Ancelotti che con gli incastri è sempre andato a nozze: prima e dopo l’albero di Natale.