La Stampa. Ha intascato 500mila euro da un’azienda torinese per la produzione di magliette bloccata dalla Juve. E poi le ha pure messe in vendita nel Museu CR7
Dev’esserci una strana sostanza nell’aria che si respira dalle parti della Juventus: lì l’incidenza delle inchieste giudiziarie ha una percentuale decisamente al di sopra del normale. L’ultimo coinvolto è il fratello di Cristiano Ronaldo: al secolo Hugo Dinarte Santos, 45 anni, portoghese. La Stampa oggi racconta una storia molto interessante che coinvolge anche il club bianconero. Il fratello di Ronaldo è indagato dalla Procura di Torino per truffa, truffa che riguarda proprio le magliette della Juventus.
Cerchiamo di fare ordine.
Il fratello di Ronaldo è definito così da La Stampa:
Nell’ombra ne cura interessi, firma contratti e sovrintende al museo più famoso dell’isola di Funchal: il «Museu Cr7». E come legale rappresentante della società Mussara Lda, gestisce lo sfavillante flusso milionario che il merchandising con il nome di suo fratello genera come una miniera.
Gli attori della vicenda sono la Pegaso un’azienda torinese che produce e distributrice gadget sportivi e indumenti con un’ampia rete vendita, il fratello di Ronaldo e la stessa Juventus.
Ad agosto
la Juventus ha ottenuto dal tribunale civile il sequestro di migliaia di magliette del kit da gioco prodotte dalla ditta, accusandola di averle realizzate «senza averne diritto».
Ma l’azienda, diretta dal battagliero Rocco Valenti, ha portato le carte. Ad autorizzarla a produrre quelle magliette – con tanto di marchio CR7 Museu, è stata la società Mussara (la società del fratello di Ronaldo) che si è anche fatta pagare 500 mila euro più 150 mila pagati a una società intermediaria spagnola.
Quindi la Pegaso ha sborsato 650mila euro e ha un contratto firmato.
Che cos’è successo? È successo che quando la Juventus si è fatta valere in sede legale, il fratello di Ronaldo ha negato di aver autorizzato la produzione di maglie (i soldi però li ha presi). E la Pegaso si è ritrovata con 13mila magliette inutilizzabili che il fratello di Ronaldo ha acquistato a 4 euro.
La Pegaso, però, non si è arresa. Non solo ha querelato lui e il fratello più famoso (che però non è indagato) ma ha fatto indagini private. E ha scoperto che quelle magliette – bloccate perché identiche a quelle della Adidas, e acquistate a 4 euro dal fratello – sono state messe in vendita al Museu CR7 a 40 euro l’una.
In soldoni, il fratello di Ronaldo si è fatto pagare 500mila euro per uno stock di magliette poi bloccato dalla Juve. Non ha mai restituito i soldi. Non pago, ha acquistato quelle 13mila magliette inutili a 4 euro e le ha messe in vendita a 40.