Un giornalista su Twitter spiega cosa c’è dietro lo scandalo razzismo che ha investito la nazionale argentina: nasce tutto dall’Haka degli All Blacks per Diego
Quello che pareva essere solo uno scandaletto sul razzismo del capitano della nazionale argentina di rugby Pablo Matera (quello che guarda l’Haka degli All Blacks in onore di Maradona con uno sguardo fisso, e un sorriso appena accennato) e altri due Pumas, nasconde un contesto sociale molto complicato, riassumibile così: il rugby in Argentina è lo sport dei ricchi, dell’elite. E Maradona è sempre stato considerato un “negro”, un poveraccio delle bidonville.
Lo scrive, su Twitter, Federico Larsen, giornalista che scrive anche per Limes ed El Pais.
Per Larsen quel Matera che nel 2013 scriveva cose come
“E’ bel giorno per uscire in macchina a investire un po’ di negri”.
non è un caso estemporaneo di razzismo personale. Esprime un sistema. “Mentre gli All Blacks dimostravano il loro rispetto con un gesto dall’enorme valore simbolico prima della partita, la nazionale e la federazione argentina di rugby hanno praticamente snobbato la questione portando solo un piccolo lutto al braccio”.
Larsen spiega che “in Argentina il rugby è storicamente uno sport di élite praticato specialmente dai rampolli delle ricchissime famiglie suburbane delle grandi città. Da quel mondo sono spesso apparsi preoccupanti atti di violenza e razzismo”.
“La poca importanza data all’addio a Maradona è stata letta proprio in quell’ottica: per un settore dell’élite del paese era un “negro” che veniva da una bidonville. Settore tradizionalmente legato al mondo delle prestigiose scuole private e il rugby“.
#Argentina il tiepido gesto della nazionale di rugby dopo la morte di Maradona ha aperto uno scandalo che è costato il posto al capitano della squadra e e altre figure, accusati di razzismo, antisemitismo e xenofobia. Tutto era cominciato con questo gesto: pic.twitter.com/KDtp9BCULL
— Federico Larsen (@larsenfede) December 1, 2020
Mentre gli All Blacks dimostravano il loro rispetto con un gesto dall’enorme valore simbolico prima della partita. la nazionale e la federazione argentina di rugby hanno praticamente snobbato la questione portando solo un piccolo lutto al braccio e hanno ricevuto dure critiche pic.twitter.com/7MrbzmMeLI
— Federico Larsen (@larsenfede) December 1, 2020
É qui che entra in ballo la “questione di classe”: in Argentina il rugby è storicamente uno sport di élite praticato specialmente dai rampolli delle ricchissime famiglie suburbane delle grandi città. Da quel mondo sono spesso apparsi preoccupanti atti di violenza e razzismo
— Federico Larsen (@larsenfede) December 1, 2020
Lo scontento per il caso Maradona ha portato alla luce una serie di vecchi tweet del capitano della squadra, Pablo Matera, che sono un compendio di odio raziale: “bella mattina per uscire a schiacciare negri con la macchina” ed altre espressioni simili pic.twitter.com/SFOBVKAdJu
— Federico Larsen (@larsenfede) December 1, 2020
Anche un altro giocatore di spicco, Guido Petti, aveva pubblicato sui social commenti razzisti e misogini nei confronti dell’impiegata che lavorava a casa sua. Santiago Socino minacciava pestaggi via twitter pic.twitter.com/tUIW0cqgBY
— Federico Larsen (@larsenfede) December 1, 2020
L’Unione Argentina del Rugby ha sospeso i tre giocatori, che si sono giustificando dicendo che si trattava di affermazioni vecchie, fatte da giovani. Il caso però riapre la discussione intorno al classismo, razzismo e misoginia nel mondo di quello sport https://t.co/H9t40QoRAf
— Federico Larsen (@larsenfede) December 1, 2020
La poca importanza data all’addio a Maradona è stata letta proprio in quell’ottica: per un settore dell’élite del paese era un “negro” che veniva da una bidonville. Settore tradizionalmente legato al mondo delle prestigiose scuole private e il rugby
— Federico Larsen (@larsenfede) December 1, 2020
Aggiungo un paio di chiarimenti visti i commenti che ha suscitato la storia: il problema non è il rugby. È semplicemente lo sport scelto dalle élite argentine come icona del proprio status e attività di nicchia. Qui un articolo che ne parla https://t.co/owKHdE7npI
— Federico Larsen (@larsenfede) December 2, 2020
Aggiungo un paio di chiarimenti visti i commenti che ha suscitato la storia: il problema non è il rugby. È semplicemente lo sport scelto dalle élite argentine come icona del proprio status e attività di nicchia. Qui un articolo che ne parla https://t.co/owKHdE7npI
— Federico Larsen (@larsenfede) December 2, 2020