Su Repubblica le prime conclusioni dell’inchiesta. Assistenza domiciliare caotica e carente. Diego non era monitorato e non assumeva farmaci per le patologie cardiache. Si indaga sulla lettera di dimissioni dalla clinica

Su Repubblica le prime conclusioni dell’inchiesta della Procura di San Isidro sulla morte di Diego Armando Maradona. Si parla di omicidio colposo. Nella relazione dei giudici è scritto:
“Nessuno si occupava del paziente, siamo in presenza di comportamento colpevole dei medici in un caso di grave incuria“.
E ancora:
“Il paziente non era monitorato, non era sottoposto a continuo controllo medico come le sue condizioni avrebbero richiesto e non assumeva alcun farmaco per le sue patologie cardiache“.
La negligenza nelle cure ricadrebbe sul medico di Maradona, Leopoldo Luque, che ha coordinato ” l’assistenza domiciliare così carente”.
Ora gli inquirenti indagano sulla lettera di dimissioni del Pibe dalla clinica di Olivos dopo l’operazione al cervello: fu firmata da Leopoldo Luque e dal direttore sanitario dell’ospedale, Pablo Dimitroff.
I magistrati vogliono vederci chiaro anche sulle terapie alle quali era sottoposto il campione argentino, decise dalla psichiatra Agustina Cosachov.
Nella relazione scrivono:
“l’assistenza domiciliare del paziente si svolgeva in totale disorganizzazione”.
Inoltre, dalle indagini, scrive Repubblica, emerge una notizia clamorosa: non fu Luque ad operare Maradona, come il medico ha fatto credere a tutti. Luque faceva parte soltanto dell’equipe chirurgica. Non è però l’operazione nel mirino degli investigatori, ma, come detto, il post operatorio e le dimissioni.