Non gioca dall’8 novembre e nulla si sa di ufficiale sui tempi di recupero. Assenza di informazione che favorisce i tam tam che, puntuali, sono partiti

Risale ormai all’8 novembre l’ultima partita di Osimhen con la maglia del Napoli. A Bologna. Segnò anche il gol vittoria. Sono trascorsi 34 giorni e non è più sceso in campo: si è infortunato in Coppa d’Africa. Scrive Il Mattino oggi che se ne parla l’anno nuovo. Ma tutta questa certezza non c’è.
La vicenda clinica di Osimhen ha riaperto la botola dei misteri del Calcio Napoli. Da quando si è infortunato in Coppa d’Africa, non c’è mai stata una comunicazione più o meno certa sui tempi dei recupero dell’attaccante.
Il comunicato ufficiale del Napoli risale al 18 novembre:
“Victor Osimhen si è sottoposto, presso la clinica di Villa Stuart di Roma, agli accertamenti strumentali e alla valutazione clinica che hanno evidenziato esiti di lussazione anteriore alla spalla destra. Il giocatore ha già cominciato la fisioterapia e verrà valutato quotidianamente”.
Quotidianamente parlando, siamo arrivati al 12 dicembre. Inizialmente i giornalisti – che non inventano, si informano – hanno scritto di probabile rientro contro la Roma domenica 29 novembre. Neanche con la Roma il nigeriano ha giocato.
Il mistero – lo sanno anche le pietre – alimenta il tam tam. Qualcuno ha scritto che il problema alla spalla si sarebbe poi esteso al braccio. Notizia che ha indotto il Napoli a rifarsi vivo il 5 dicembre con un tweet stringato:
“La situazione attuale riguardo l’infortunio di Osimhen è solo una conseguenza della lussazione alla spalla destra”.
Senza aggiungere nulla sui tempi di recupero. Siamo fermi alla valutazione quotidiana. Nel 2016, ad esempio, la Juventus comunicò che Barzagli sarebbe rimasto fermo due mesi per una spalla lussata.
Al momento, Osimhen ha giocato giusto la metà delle partite ufficiali del Napoli: otto su sedici. Di queste otto, sei le ha saltate per infortunio. Domani sarà la settima.
Il timore dei tifosi è che Osimhen possa essersi impantanato nella botola dei misteri. Come accadde anni fa per Zuniga diventato nel corso del tempo una sorta di personaggio leggendario: a busta paga del Napoli, anche lauta, il colombiano ha ricordato la figura dell’ebreo errante. Vette inavvicinabili persino per Ghoulam il cui excursus clinico è stato decisamente più chiaro rispetto a quello di Zuniga. Tornando più indietro negli anni, oltre l’era De Laurentiis, anche Renica finì inghiottito nella botola dei misteri dopo il suo infortunio in Napoli-Fiorentina 3-2 del 1989 (quello del gol di Baggio e del ritorno di Maradona). La gestione dell’allora medico sociale Bianciardi non fu, come dire, impeccabile.
La speranza è che Osimhen non segua le orme dei suoi predecessori. Innanzitutto che guarisca presto e in secondo luogo che magari la società faccia chiarezza sulle sue condizioni di salute e sui tempi di recupero dell’attaccante. Il mistero – tranne che per casi alla Elena Ferrante o Liberato – non porta mai buoni frutti. Non a caso da giorni é partito il tam tam: “Osimhen ha finito la stagione”. Che ricorda il fantozziano tam tam durante la corazzata Potemkin: «L’Italia sta battendo l’Inghilterra 20-0, ha segnato anche Zoff di testa su calcio d’angolo».
Visti i precedenti di Zuniga e Ghoulam, è un tam tam che rischia di attecchire.