POSTA NAPOLISTA – La gestione tecnica è disastrosa ma, soprattutto, stiamo scontando l’allontanamento del presidente ormai disinteressato alla parte sportiva
La crisi profonda del Napoli non è solo tecnica. Il Napoli è in crisi societaria. Una crisi societaria che a maggio 2021 compirà tre anni. De Laurentiis non ha più interesse alla parte sportiva. Il Covid ha cambiato le prospettive, anche quelle dell’imprenditore romano. È cambiato tutto quando il suo giocattolo perfetto non ha più chi, secondo lui, lo rendeva divertente. La sua è una strategia d’uscita: traghettare la sua proprietà nel futuro, trarne i vantaggi economici che il futuro del calcio produrrà, lasciando la società a terzi. Tutto quello che riguarda il campo non è mai stato troppo nei suoi pensieri. Non è mai stato di suo interesse. Le sue parole di campo sono state sempre stonate, fuori scala.
Le sorti tecniche hanno, per lui, zero importanza. Il ciclo competitivo del Napoli si è esaurito con Sarri, ed è durato fino al primo anno di Ancelotti. Poi è tutto deflagrato. Anzi era solo finito, ma la società con la sua inedia lo ha fatto deflagrare. De Laurentiis ha deciso di non curare più la guida tecnica ed ha lasciato che fosse. Non ha sostenuto nella campagna acquisti Ancelotti e non sta sostenendo Gattuso in questa delicatissima fase. Ma forse nemmeno più il piazzamento Champions è tanto interessante per la proprietà. Gattuso si è rivelato essere l’ennesima scelta di un ex Milan totalmente sbagliata, come Donadoni. Ancelotti si è salvato in parte per la grandezza dell’uomo e del personaggio.
Il disastro tecnico, volendo parlare di cose amene, ha la firma a quattro mani di Giuntoli e Gattuso. Del resto dopo la gestione Benitez il Napoli ha individuato terzini solo ad Empoli. Disastrando il centrocampo che da Hamsik e Jorginho è passato a Demme e Lobotka. Questo la dice lunga sul respiro di Giuntoli che probabilmente non è mai uscito dalla Toscana per cercare calciatori, e compra gli stranieri come Lauro con Canè. Gattuso invece dal canto suo si sta dimostrando un mediocre, che ovviamente solo in questa città poteva essere individuato come condottiero e salvatore. Già dalla scorsa stagione aveva mostrato delle lacune enormi, graziato solo dal disinteresse presidenziale che ha consentito la prosecuzione del disastro.
Il futuro del Napoli sarà avarissimo di gioie. La barra va avanti a tutta forza verso le acque melmose della mediocrità, che del resto è sempre stata compagna di vita della storia del Napoli e della propria tifoseria sempre pronta a gettare le braccia all’illusionista di turno. Difficile pensare ad un repulisti tecnico e di gestione da parte della proprietà. Ma laddove ci dovesse essere un cambio tecnico in corsa saremo pronti a guardare con speranza al futuro. Ma De Laurentiis è sempre stato parco sui sogni.