La sconfitta con l’Alcoyano in Copa del Rey ha aperto la crisi per Zidane. Sulla stampa è un massacro. Il tecnico si difende: “Non è una vergogna”

Per il Pais è un “gatillazo”, una cilecca. Per La Vanguardia il Real Madrid è “patetico”. Per il Mundo Deportivo è una squadra “in crisi”. In generale la stampa spagnola è piena di “umiliazioni”, “disfatte”, “fondo del barile”, di aggettivi come “ridicoli”, “penosi” e chi ne ha più ne metta. Su Marca Zidane è “al final”, è alla fine della sua avventura. Ci sono i sondaggi, su As: “Secondo voi Zidane se ne deve andare?”. Tutto così.
L’incredibile sconfitta in Copa del Rey contro l’Alcoyano, formazione di Segunda Division B (la terza serie, in Spagna), ha sorpreso tutti. Zidane dice che “non è una vergogna” essere eliminati dalla coppa. Ma l’opinione pubblica – è un eufemismo – non è così d’accordo.
La sconfitta è un duro colpo per il Real Madrid e in particolare per Zidane, condannato all’improvviso a un’altra crisi, forse più dura di quella che a dicembre gli è quasi costata la panchina. La sconfitta mette in discussione anche molti dei giocatori della rosa, e Florentino Pérez, il cui unico acquisto questa estate, Martin Odegaard, sta per andarsene.
I giornali evidenziano che “non ha funzionato niente. La difesa, con la perdita di Nacho all’ultimo minuto per essere stato a stretto contatto con un positivo, inedita. Lunin ha esordito tra i pali in una partita ufficiale ed è stato fatale. Odriozola non giocava da… mai, Militão non lo faceva dalla fine di ottobre; Chust, il secondo difensore centrale, pure lui debuttante.
L’Alcoyano era esattamente quello che ci si aspettava, una squadra agguerrita che aspettava il Real Madrid a centrocampo e non concedeva un metro. Lo copriva ovunque, a volte duramente, e il più delle volte accumulando truppe. Uno spettacolo per agonismo e semplicità di copione. Con un portiere di 41 anni eroe della serata: José Juan.
El Pais stamattina ha in pagina un pezzo storico dal titolo “La morale dell’Alcoyano”, nel quale racconta la lunga tradizione di imprese corsare di questo piccolo club dallo “stile focoso”. “Un essere mitologico la cui memoria mantiene viva la tribù nella trasmissione orale di padre in figlio”, fino all’eliminazione del Real Madrid. Fino a renderlo “patetico”.