A volte si addormenta (come chi guarda le sue partite), altre si risveglia, come ieri sera. La settimana prossima cosa accadrà? Non lo sappiamo
Che settimana è stata? Non parliamo di governo, naturalmente. Parliamo di settimana calcistica, di quella del Napoli. Cosa è vero: il disastro con l’Atalanta o la buona prova di ieri contro la Juventus? Sono vere entrambe le cose, mi pare di poter dedurre, perché entrambe sono specchio della stagione del Napoli. Il Napoli non si conosce, non è regolare, non è spiegabile, non ha uno stile di gioco, non finisce mai di stupire, ogni volta può accadere di tutto oppure niente. Il Napoli è una squadra completamente folle, irregolare, decadente (ma senza quel fascino), che vive di entusiasmi, di applausi di incoraggiamento, di disattenzioni e di successive reazioni. Il Napoli a volte si addormenta (come chi guarda le sue partite), altre si risveglia, come ieri sera, dimostrando piglio e concentrazione. Gli azzurri ieri sera volevano vincere e ci avrebbero provato in ogni modo, fino all’ultimo istante. Questa nello sport si chiama determinazione. Nella semifinale contro l’Atalanta (partita penosa) non sapevano bene cosa volessero fare, chi fossero, chi si trovasse in un punto del campo e perché.
Dispiace, ma il Napoli è entrambe le cose e mi preoccupa. Ieri sera, dopo il fischio finale, ho avuto un attimo di ottimismo e ho pensato: su, adesso si mettono a giocare e ci mettiamo in riga. Mi è passata subito, perché mi sono transitate davanti le molte immagini desolanti di questa stagione, sorrette da una domanda che scorreva in sovraimpressione: Perché?
Perché non si può rimanere concentrati per novanta minuti facendo quello per cui si è pagati? E chi lo sa. Si chiamano in causa le carenze dell’allenatore (che sono diverse), gli errori della società (anche qui non sono pochi), la debolezza psicologica dei calciatori (anche qui siamo nel campo della verità). Sentite, che noia. Il pallone dovrebbe essere un po’ più semplice di tutto questo, al netto delle incognite e delle sorprese, il calciatore bravo supera in dribbling quello meno bravo, l’attaccante forte prima o dopo segna. Il difensore anticipa, il portiere para. Per esempio, ieri sera il portiere ha parato.
Si è molto parlato negli ultimi giorni della costruzione dal basso. Modalità di impostazione parecchio usata e non solo dal Napoli. È tornata alla ribalta per gli incredibili errori di Alisson durante la partita Liverpool – Manchester City. Io non credo si debba essere favorevoli o contrari a un tipo di gioco in particolare. Come Woody Allen insegna: “Qualsiasi cosa basta che funzioni”. La costruzione dal basso quando è ben fatta nemmeno te ne accorgi, perché l’azione scorre fluida dalla difesa all’attacco, i calciatori si muovono come si deve; è essenziale che si svolga rapidamente o perde di significato. Quando ci lamentiamo della costruzione dal basso? Quando la notiamo – e la notiamo perché dopo sei, sette, otto passaggi siamo ancora nei pressi della nostra area di rigore – vuol dire che le cose non stanno andando come dovrebbero andare. Ben venga il lancio lungo se ci si accorge che stiamo rischiando, se il gioco non sta progredendo rapidamente. Vale il pressing, vale il contropiede, vale la palla spazzata in tribuna, valgono le accelerazioni, valgono i cross ben fatti, vale la costruzione dal basso. Qualsiasi cosa basta che funzioni, se non funziona – e nel Napoli spesso non ha funzionato – tenta altro.
Ieri i migliori in campo sono stati Meret (che adoro) e Rrahmani. Parliamo un po’ di questo difensore, uno dei migliori dello scorso campionato. Non gioca mai, te lo dimentichi, quasi pensi che sia infortunato, e invece no. Viene buttato di colpo nella mischia, commette uno o due errori, forse perché arrugginito, forse perché disorientato. E allora è un brocco, allora è scarso. Non mi pare, non mi pare proprio. Ieri ha giocato una partita sontuosa, in difesa e pure davanti visto che è andato a prendersi il rigore. Complimenti.
Insigne ieri ha segnato il centesimo gol con la maglia del Napoli. Cento gol non sono pochi, gli faccio i complimenti, anche questi meritatissimi. Si parla di coraggio, non esagererei, restiamo sul piano del gioco. C’è un rigore, Insigne è il rigorista, la porta della Juventus è una porta grande quanto le altre. Bene.
Entriamo ora nel campo dell’ignoto. La settimana prossima cosa accadrà? Giocherà bene il Napoli? Darà un po’ di continuità? Non ci è dato saperlo, possiamo aspettare e vedere. Restiamo vigili e critici. Non ho cambiato idea su Gattuso, nonostante il nuovo baffetto. Mi piacerebbe che il Napoli vincesse sempre e che giocasse come si deve, se dovesse accadere per merito di Gattuso gli farò i complimenti, ho molti dubbi, lo ammetto.
Mi permetto di dedicare questo pezzo alla memoria di Sergio Gallo, padre di Massimiliano e grande giornalista.