Più tace e più è destinato a esplodere. Ormai tutti i giornali si sono convinti del doppio divorzio con Gattuso e Giuntoli
Il limbo. La scena è al rallentatore. Interno bianco. Una bottiglia di latte vola al ralenty in aria, comincia a precipitare al suolo. Il silenzio viene interrotto dalla bottiglia che si fa in mille pezzi. Il latte si distribuisce sul pavimento.
Sembra uno spot pubblicitario. E invece è l’immagine che vedo pensando alla fase di stallo in cui si è cacciato il Napoli in queste ore.
Silenzio. Il Presidente De Laurentis tace. E non è un buon segno. Si dirà che per lui ha parlato il comunicato ufficiale del Napoli calcio che riconferma fiducia a tutti e a tutto. E invece no. Più tace e più è destinato a esplodere.
È il silenzio della bottiglia che vola in aria prima di esplodere. Il calabrese ringhioso sembra una belva bastonata messa all’angolo. È diventato un agnellino che si offende per il bon ton violato.
È un silenzio che non promette nulla di buono. Con i giocatori che dichiarano fede eterna al mister salvo poi salutarlo, rimanerci eternamente amici, quando dovranno accogliere il nuovo mister.
Il tempo è il vero arbitro di questa partita che ha il risultato già segnato. I destini del direttore generale Giuntoli e di mister Gattuso sono comunque segnati.
Ora è la fase più delicata. Il limbo, appunto. Sospesi in uno spazio temporale che si è bloccato. La situazione è congelata, non si va avanti e non si torna indietro. Il Presidente deve parlare. Non si tratta di essere ipocriti. In questi casi contano le parole che si pronunciano. Dobbiamo far finta che siano cassazione. Se De Laurentis dovesse confermare fiducia all’accoppiata Giuntoli-Gattuso dobbiamo accettarla.
Lo so, è dura. Ormai tutti i giornali, anche i più ostinati sul rinnovo, sono convinti che si sia consumato il doppio divorzio. Solo risultati limpidi e convincenti potrebbero lenire le ferite del divorzio.
Dobbiamo aspettare stringendo i denti. Agli amici malati del Napoli sento spesso la litania che le colpe sono del Presidente che dovrebbe cedere la proprietà della squadra.
Che non sia un Presidente perfetto lo sappiamo tutti. Personalità forte, certe volte sgradevole, poco simpatico, burbero. E allora? Anche se fosse così? Io impazzisco quando sento nelle discussioni due frasi tipi: “Abbiamo pagato…” “Ci siamo venduti”.
È vero che c’è una proprietà sociale della squadra del cuore. I tifosi sono fondamentali. Ma è anche vero che l’assetto societario è saldamente in mano al Presidente De Laurentiis. Questo per dire che il Presidente va criticato non a prescindere ma quando se lo merita. Il pregiudizio, purtroppo, non porta da nessuna parte.