Su Sportweek un’intervista a Roberto Scarnecchia, ex giocatore di Serie A diventato chef di un ristorante stellato. «Il Napoli? E’ una pasta con il pomodoro San Marzano fresco e il basilico»

Su Sportweek un’intervista a Roberto Scarnecchia, ex giocatore di Serie A (ha militato nella Roma di Falcao, nel Napoli di Krol e nel Milan di Franco Baresi) diventato chef di un ristorante stellato.
Racconta la sua passione per il cibo («Da bambino rubavo la pasta che mia nonna aveva appena tirato
e coperto con un lenzuolo. E poi la mangiavo, cruda naturalmente») e per la cucina.
«Iniziai davvero a cucinare, ma per diletto, quando arrivai in prima squadra nella Roma. I calciatori, si sa, hanno abbastanza tempo libero… E io mi divertivo a invitare a cena i compagni. Pruzzo e Ancelotti erano di casa, Carlo ricordo che passò anche un Natale e un Capodanno a casa di mamma. Spesso ero io a cucinare per tutti anche quando eravamo in ritiro, cose da sportivi ma curate, spaghetti al pomodoro e basilico, filetto…. A casa magari mi spingevo sul pesce, uno Scoglio, il riso alla Pescatora o pesce al sale».
Scarnecchi racconta le abitudini dei suoi ex compagni, come Krol.
«Ruud Krol a Napoli era molto attento a tavola. Cenava alle 5 del pomeriggio, da buon olandese».
Non solo, immagina di cucinare per loro a seconda delle preferenze di ciascuno. Così, per Ancelotti, dice, preparerebbe «una pasta bella ricca, carica ma anche sana, quindi una Norma. O guanciale e castagne», per Baresi «un risotto alla monzese con salsiccia e zafferano». Per Falcao, che definisce un buongustaio, «una paella alla valenciana, con carne e pesce così come lui, quando giocava, era centrocampista, un po’ regista ma anche quasi rifinitore».
Gli viene chiesto di abbinare dei piatti alle squadre di Serie A. Compreso il Napoli:
«Qui mi è impossibile non parlare di pomodoro, e allora pasta con il pomodoro San Marzano fresco e il basilico. Avendoci anche giocato, a me il Napoli fa venire in mente quella roba lì».