Il Telegraph si diverte con l’esempio del Brighton: fortissimo per i nerd, ai vertici nella classifica degli expected goals ma nella realtà in zona retrocessione
Questo è un pezzo sul distacco dalla realtà. Su quella patologica perversione che è diventata la fede nei dati, nei numeri, nelle analisi statistiche di un evento sportivo come una partita di calcio. Su un’ossessione, come la definisce Jim White sul Telegraph, che rompe gli indugi e detta le prossime righe: basta con questa osservazione robotica del calcio, nella quale “non si considera cosa è successo, ma cosa sarebbe dovuto accadere”. Come se l’aspettativa avesse più importanza della realtà.
Il Telegraph fa l’esempio molto inglese del Brighton, piccole squadra che a dispetto dei suoi modesti successi è diventata “la squadra di calcio preferita dai nerd delle statistiche”. Che vedono anche in una sconfitta considerata terribile dai tifosi vecchio stampo un esempio di virtù. Riassunta in astruse formule che non guardano al gioco concentrandosi sui gol fatti o subiti, e nemmeno sul possesso. “Si concentrano sulla differenza tra ciò che è realmente accaduto e l’aspettativa”.
“Prendendo spunto dallo sport americano, in cui le statistiche hanno a lungo dominato il discorso, negli ultimi anni si è assistito a una crescita esponenziale di un nuovo tipo di analisi che a quanto pare consente una lettura più precisa di una partita di calcio. Al centro c’è l’aggettivo ‘atteso’. Abbiamo gol attesi (generalmente indicati con l’acronimo xG) gol attesi contro (xGA), gol attesi rispetto al target (xGOT), persino punti attesi (xP). Prendendo i dati delle partite, cose come la corsa, il tiro e il possesso palla, la nuova metrica produce una serie di presupposti ideali rispetto ai quali la realtà può essere interpretata”. Magari può accadere che una sconfitta, che è pur sempre quello… una sconfitta!, sia ritenuta cosa buona perché i vari xG erano positivi. Bastava sapere a cosa si andava incontro, il succo folle è quello.
“Per i discepoli dell’atteso”, le sconfitte del Brighton non sono “inaspettate. È questo ciò che fa il Brighton. Dopo tutto hanno segnato un gol su 7,69 opportunità convertibili (xG) nelle ultime tre partite. Tale è la discrepanza tra previsioni e realtà”, e quella importa. Il Brighton non è una squadra di pallone, è “un caso da laboratorio di statistica”.
“Ma è qui che la nuova ossessione incontra un problema significativo. Il Brighton non lotta per l’Europa League, è invece bloccato nelle sabbie mobili della retrocessione. La realtà ha la sfortunata abitudine di superare le aspettative. In effetti, non essere in grado di prevedere correttamente cosa accadrà è il motivo per cui lo sport è una cosa così avvincente. Ciò che desideriamo è l’inaspettato, non l’atteso. È per questo che amiamo le vittorie dei perdenti”, “perché xG non se l’aspettava”.
“Gli ossessionati dai dati, tuttavia, insisterebbero sul fatto che l’analisi dei modelli aiuta a contrastare meglio anche gli interventi più drammatici della fortuna. Se sai cosa ci si aspetta, sostengono, puoi pianificare in modo più approfondito come fare per evitarlo”.
“Ma – chiude Jim White – ciò che conta nel mondo reale sono i gol. Il resto è solo aria fritta”.