Su La Stampa. Resta il mistero sull’incontro avvenuto poche ore prima del decesso con il leader dei Drughi e il suo braccio destro

La Procura di Cuneo ha chiesto l’archiviazione del fascicolo sulla morte di Raffaello Bucci, ultrà vicino ai Drughi diventato poi “consulente” della Juventus per le relazioni con le tifoserie organizzate. Bucci morì il 7 luglio 2016 cadendo dal ponte di Fossano, all’uscita dell’autostrada Torino-Savona. La notizia è su La Stampa.
“Nell’ultimo periodo della sua vita finisce ad avere troppe relazioni: con personaggi ambigui della tifoseria organizzata, con i servizi segreti, con la polizia. Dal club riceve apprezzamenti, per gli ultras è quasi un infame”.
Il giorno prima della sua morte era stato sentito in Procura come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nella curva bianconera.
Ora, del fascicolo, resta in piedi solo l’ipotesi del suicidio. E il mistero
“sugli oggetti personali di Bucci presenti sulla sua vettura che era stata lasciata ai margini del ponte. E poi le anomalie riscontrate dal medico legale Lorenzo Varetto, che facevano pensare a una precedente aggressione. E ancora. La sparizione di un cellulare, degli occhiali da sole e di un borsello, poi restituiti ai familiari. Ci sono anche gli incontri. Il giorno prima di lasciare Torino, Bucci doveva parlare con urgenza con un poliziotto con cui aveva stretti legami. I misteri più oscuri sono i legami con gli altri leader della tifoseria, a partire da Dino Mocciola, leader dei Drughi. Che in un’occasione l’avrebbe preso a pugni, tanto che Bucci sarebbe scappato da Torino”.