E’ stato fondato da due ragazze, contiene post surreali: «il gruppo è dedito all’adorazione del mio amore Benno». Il palestrato, reo confesso, ha gettato i loro corpi nell’Adige

Ha ucciso i genitori, gettato i loro corpi nell’Adige, ripulito le tracce con litri di acqua ossigenata, depistato le indagini finché ha potuto. Alla fine, però, Benno Neumair è finito in carcere ed ha anche confessato, lasciando l’Italia sgomenta di fronte a tanta violenza. Ed anche alla solitudine dei suoi genitori, alla loro impotenza. Avevano addirittura paura di dormire lasciando la porta della stanza da letto aperta. Una tragedia già annunciata. E grottesca, se si pensa che, se non si fosse messo di mezzo il lockdown, la pandemia, Benno avrebbe probabilmente intrapreso una cura per i suoi evidenti disturbi della personalità. C’era già un appuntamento fissato, rimandato appunto dallo stop per il Covid.
Nonostante tutto questo, c’è chi ha pensato bene di creare, su Facebook, una pagina dedicata a lui. Ne parla La Stampa.
Si chiama “Le bimbe di Benno Neumair”. E’ una community privata fondata da due ragazze che in lui vedono un idolo, un uomo da amare. Lo scrivono nero su bianco:
«il gruppo è dedito all’adorazione del mio amore Benno Neumair».
Il gruppo ha già più di 600 iscritti (686 mentre scriviamo). Le amministratrici si chiamano Tara, Valerija e Ksenija. La Stampa scrive che probabilmente le prime due sono la stessa persona.
I post pubblicati sono quasi surreali. Valerija pubblica fotomontaggi che la ritraggono con Benno in gira fuoriporta al lago con titoli che sono quasi inquietanti: «Oggi sono andato a prenderlo in carcere, guardate com’è felice».
Ma ci sono anche post di buongiorno che dovrebbero essere ironici: «Buongiorno a tutte, come state? Io BENNissimo» e la difesa ad oltranza di Benno, nonostante l’evidenza della sua colpevolezza e finanche la sua confessione:
«Comunque ancora non è stato fatto nessun processo e voi lo giudicate colpevole, io sono garantista e innamorata».
Ovviamente tra i membri del gruppo c’è anche chi insulta le amministratrici e chiede la chiusura della pagina, già segnalata a Facebook, ma che resta ancora lì.
Evidentemente, non viola i principi della community. In fondo non incita all’odio, ma all’amore. Peccato che l’oggetto di questo amore è un reo confesso che ha ucciso i suoi genitori, li ha gettati nel fiume e, dopo, si è fatto anche una canna per non pensarci su e ingannare meglio tutti.