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L’ex moglie lo accusava di abusi su bambini, Sereni racconta un incubo durato 11 anni

Libero ha intervistato l’ex portiere di Samp e Torino, al termine di un calvario giudiziario giunto alla seconda archiviazione: “Mi hanno tolto anche i figli”

L’ex moglie lo accusava di abusi su bambini, Sereni racconta un incubo durato 11 anni

Matteo Sereni, ex portiere di Torino, Lazio e Sampdoria, tra le altre, per undici anni si è dovuto difendere in tribunale dalle accuse infamanti della ex moglie, secondo la quale avrebbe abusato dei figli.

Il procedimento si è concluso con due archiviazioni. Che parlano, scrive Libero che lo intervista, “di testimonianza dei minori raccolte in modo inappropriato e manipolazioni non veritiere”.

«Improvvisamente la mia ex moglie, Silvia Cantoro, durante la separazione giudiziale, inizia ad accusarmi di nefandezze senza precedenti che avrei compiuto su dei minorenni. Nel 2009 iniziammo la separazione giudiziale. Ricordo perfettamente che, all’inizio, era semplicemente una lunga richiesta di pretese economiche, fino alla prima udienza nel luglio del 2010. Entro in udienza e vedo i miei legali mettersi le mani nei capelli. Avevano appena letto le accuse che la mia ex moglie aveva mosso nei miei confronti. Da quel momento non ho più visto la luce».

Giacomo Francini, l’avvocato dell’ex portiere, spiega a Libero come secondo lui si è arrivati a quel cortocircuito:

«I minori sono stati a lungo interrogati con modalità inappropriate e potenzialmente suggestive di falsi ricordi. Questo è stato fatto sia dalla moglie separata che dalla ex suocera, oltre che dai consulenti tecnici in sede civile e penale. È il Tribunale che, nella archiviazione, pone l’accento sulla inadeguatezza della modalità di assunzione delle testimonianze».

A Sereni, dal momento in cui comincia il procedimento penale, non è stata più concessa la possibilità di vedere i suoi figli.

«Purtroppo è accaduto anche questo, proprio per il tipo di accuse che avevo ricevuto. Per questo sto ancora profondamente soffrendo e, mi creda, la sofferenza riguarda anche quegli amici che, prendendo le mie difese, si sono visti aggredire anch’essi dalla mia ex moglie».

«Ci sono stati momenti in cui non sentivo più stimoli nei confronti della vita stessa. Accusato di cose ignobili, che hanno comportato la distruzione della mia dignità. Ho avuto la fortuna di avere accanto persone speciali come mio fratello Giacomo, i miei avvocati, ma soprattutto la mia compagna Stefania, che ha saputo credere in me e tenermi sempre la mano. La grandezza di Stefania è stata quella di essersi accollata ogni cosa pur essendo molto più giovane di me. Ha dimostrato di essere una grande donna, ed è stata decisiva anche per riconciliarmi con il genere femminile. La tutela per noi uomini viene esercitata soltanto durante il procedimento penale ma, come è accaduto a me , ci sono voluti dieci anni. Dieci anni di vita buttati via, di bugie e di danni fatti nella psiche dei miei ragazzi».

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