Domenica è la prima della lunga settimana di Gattuso con Milan e Roma Due partite lunghe come un anno tormentato.
Signori si va in scena, domenica è la prima della lunga settimana di Gattuso, quella tipo – si intende – senza coppe, con qualche infortunato in meno e la certezza che tutte le incertezze siano rientrate dopo la strana vittoria contro il Bologna.
Zone rosse restringono le città e la pandemia scivola a flussi e non si arresta. Un anno di chiusure e libertà a singhiozzi, un anno di progetto calcistico che si adagia su una ridondante lirica di vittimismo. Mercato, assenti, infortunati, nazionali e la corsa all’indietro dei gamberi da giornale che, pur di non raccontare ciò che vedono, trasformano una squadra competitiva in una banda di mezze calzette.
Alt. Finalmente la settimana è arrivata. Sulla strada di campagna, Vladmir ed Estragon con le maglie di Koulibaly ed Insigne e due sciarpe belle azzurre, aspettano invano Godot. Il cambiamento tanto auspicato, la continuità, un gioco ripetuto, una identità ma, banalmente parlando, desiderano una vittoria in trasferta.
È l’ora che Godot si presenti. Da queste parti non manda nemmeno i garzoni ad informare la solitudine seduta su una panchina poiché è in silenzio stampa.
È ora che venga, nudo e franco e faccia ricredere gli scettici sulla bontà del suo operato.
Milan e poi Roma, due squadra apparentemente inferiori agli azzurri ma che hanno saputo scrivere ed ora interpretano uno spartito credibile e sono in fiducia. Gli stomaci ed i fegati sacrificati per esempio, con il Granada, il Sassuolo ed il Genoa, meritano una sontuosa ripartenza. Signori si va in scena. Napoli aspetta ancora Godot, Gattuso smentisca Beckett e sega gli alibi in panchina e vada in campo con un’idea produttiva e chiara. Due partite lunghe come un anno tormentato.