Il calciatore del Cosenza fu trovato morto il 18 novembre 1989. Prosciolto l’autista dell’autocarro che lo investì: per l’accusa la vittima fu soffocata e poi buttata in mezzo alla strada per simulare un investimento
L’inchiesta per la morte del calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, è chiusa. Dopo 31 anni l’unica indagata è la ex fidanzata, Isabella Internò. La Procura di Castrovillari le contesta il concorso per l’omicidio di Bergamini, avvenuta per soffocamento.
Il Corriere della Sera riporta tutti i dettagli dell’accaduto.
I magistrati hanno prosciolto il marito della donna il poliziotto Luciano Conte, inizialmente accusato di favoreggiamento e l’autista dell’autocarro Raffaele Pisano, sospettato di concorso nel delitto. Fu lui, il 18 novembre 1989 a schiacciare con il suo mezzo il corpo del calciatore, steso sulla carreggiata della statale ionica, nei pressi di Roseto Capo Spulico.
In un primo momento si era pensato che Bergamini si fosse tolto la vita, buttandosi sotto il camion, ma la perizia effettuata sul suo corpo 28 anni dopo la morte ha accertato che il calciatore fu prima soffocato «verosimilmente con una busta di plastica» e poi «adagiato sull’asfalto a pancia in su».
L’inchiesta sulla morte del calciatore è stata aperta sei anni fa all’ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla.
Il Corriere scrive:
“Nella relazione che i periti hanno recapitato in procura è descritto in modo netto che solo la parte sinistra dell’addome di Bergamini è «scoppiato», sotto il peso della ruota destra del camion. Poi il mezzo è come se avesse fatto retromarcia, lasciando intatte le altre parti del corpo testa, arti superiori e inferiori. La famiglia di Bergamini ha sempre sostenuto che il giovane calciatore è stata ucciso. Adesso Isabella Internò ha venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogata e spiegare le sue ragioni sulla vicenda. Dopodiché il giudice delle indagini preliminari dovrà decidere sul suo rinvio a giudizio”.