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Stiamo vedendo l’Insigne migliore di sempre, ma non ce ne rendiamo conto

In proiezione potrebbe chiudere l’anno con 20 gol in campionato, meglio di quanto fece con Sarri. Le critiche che l’hanno accompagnato sono state eccessive

Stiamo vedendo l’Insigne migliore di sempre, ma non ce ne rendiamo conto

Il triennio di Maurizio Sarri sulla panchina del Napoli resta, più che un argomento attuale, un parametro di riferimento inevitabile sia per l’andamento in campionato sia per il rendimento di determinati giocatori. Molti dei quali sono rimasti intrappolati in una narrativa eterea, che ha trasmesso una sensazione di irripetibilità che forse è vera solo dal punto di vista tattico. Tra questi, inevitabilmente, c’è anche Lorenzo Insigne. Un giocatore verso cui da anni confluiscono le pretese di un ambiente scontento, che non lo reputa mai abbastanza talentuoso, determinante, caratterialmente forte e così via. Una parte di questi dubbi si è dissolta proprio con Sarri, quando in tre campionati segnò 38 reti, con il picco dei 18 gol raggiunto nella stagione 2016/17.

E così ogni errore o gara in cui non è risultato decisivo diventa un’occasione per la dietrologia, il paragone sfrenato a cui rifarsi per screditare il valore effettivo di un calciatore, riducendo giudizi analitici a polemiche urlate. La critica lascia il posto all’accusa, talvolta ingenerosa. La prova fornita dal collettivo spesso è condizionata da quella del capitano, per il suo ruolo fondamentale nella fase offensiva del Napoli. Ricopre sia la funzione di rifinitore (4 assist e 1,4 passaggi chiave a partita) sia quella di realizzatore (4,1 tiri per gara, è il giocatore del Napoli che calcia di più), sempre portandosi nella zona centrale del campo. Se la squadra non gira, i primi limiti ad essere evidenziati sono i suoi, per il peso di ogni giocata. Per il portale specializzato in statistica del calcio WhoScored, Insigne è il miglior giocatore del Napoli in campionato, con una valutazione di 7.51 rispetto alla media di squadra che è 6.79.

Per quanto la narrativa di questi mesi non sia positiva come dovrebbe da un punto di vista individuale, la realtà tuttavia racconta qualcosa di diverso. Incontrovertibili numeri – tenetevi forte – ci dicono che stiamo vedendo il miglior Insigne di sempre sul piano realizzativo. Riferendoci alla stagione più prolifica da questo punto di vista, i gol furono 18 in 37 partite (media di 0,48). Dopo la doppietta al Bologna, sono 13 reti in 22 presenze e il rapporto è di 0,59 per gara. Esiste anche la versione del dato per gli irriducibili, che potrebbero contestare come i dati siano annacquati dalla prestazione di ieri sera: prima di questa partita erano 11 in 21 sfide (0,52). Se continuasse a questo ritmo, giocando tutti gli incontri che restano, chiuderebbe l’anno con 20 gol in 34 gare.

Insigne adesso è anche il miglior marcatore stagionale del Napoli, pari merito con Lozano che non ha ancora smaltito l’infortunio muscolare patito a metà febbraio. È chiaro che il calcio non può essere guardato soltanto sotto un freddo filtro matematico, anche perché la componente di imprevedibilità è intrinseca di questo sport. Sarebbe però opportuno, magari, tenerne conto per lasciarsi orientare nei giudizi. Altrimenti c’è sempre qualcuno che, da capitano, poi paga per tutti.

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