Su La Stampa. Il flop delle italiane in Champions dipende dalla noia del nostro calcio. Le squadre europee puntano alla qualità, noi sulla costruzione da dietro

Su La Stampa Marco Tardelli commenta l’eliminazione delle squadre italiane dall’Europa. Una circostanza in cui il calcio italiano ha mostrato i suoi limiti, sia tecnici che tattici.
“Un calcio che in casa propria è abituato a un arbitraggio diverso da quello che vediamo poi in Europa. Incrociamo giocatori che parlano con i piedi, non si lamentano, corrono e collaborano tra di loro. Undici in fase offensiva e difensiva, una corsa e una mentalità diverse. Il nostro problema, invece, è fare possesso palla, cominciando dal portiere con una serie infinita di passaggi e retropassaggi, che oltre agli sbadigli, spesso a causa di limiti tecnici, penalizzano le squadre. Ma il calcio moderno – secondo noi – obbliga a fare questo altrimenti l’allenatore non è capace e va esonerato. Per gli altri, i nostri avversari, il problema invece è la qualità, è saper scegliere il modo migliore per raggiungere lo scopo, è avere grandi giocatori che giocano per la squadra e non la squadra che gioca per loro”.
I grandi club europei puntano sui giovani, mentre in Italia si punta sugli ultratrentenni, “senza mai pensare
al futuro”.
L’eliminazione dalla Champions induce ad un cambiamento.
“questo schiaffo in piena faccia della Champions deve costringerci ad affrontare la realtà”.