Secondo gli esperti tenuto conto dell’attuale situazione epidemiologica, dell’intensità della circolazione virale, dell’occupazione delle strutture sanitarie non è possibile prendere adesso questa decisione
Dopo l’assenso del Governo sembra tutto a posto per lo svolgimento di Euro 2020 negli stadi italiani e si attendeva solo che il comitato tecnico scientifico stabilisse le regole per l’affluenza del pubblico. Invece ieri sera è arrivata a doccia fredda che potrebbe compromettere tutto.L’Uefa infatti ha imposto come condizione necessaria la presenza di una percentuale di spettatori, chiedendo una conferma entro il 7 aprile. La risposta del Cts è stata chiara
“Pur manifestando apprezzamento per lo sforzo prodotto dalla Uefa e tenuto conto dell’attuale situazione epidemiologica, dell’intensità della circolazione virale, dell’occupazione delle strutture sanitarie e della limitata possibilità di prevedere il livello che tali indicatori avranno nella seconda metà di giugno, non è possibile rendere un compiuto parere entro la richiesta data del 7 aprile 2021”.
“Non è possibile” dunque ad oggi garantire che sussistano le condizioni per rendere accessibili gli stadi al pubblico incontri degli Europei di calcio previsti in Italia tra giugno e luglio secondo gli esperti. Il Cts si è però detto disponibile a rivedere la questione nelle prossime settimane “alla luce dell’evoluzione del quadro epidemiologico e dell’andamento della campagna di vaccinazione in corso in Italia”.
L’attuale “no” degli esperti però è un problema per la Figc: senza l’ok del governo alla presenza di tifosi sugli spalti, infatti, diventa altamente probabile una decisione negativa da parte dell’Uefa sulla disputa di gare in Italia dell’Europeo itinerante.