Dominio completo. Unico neo: troppi gol sbagliati (la differenza reti conta). La Champions è più vicina. Gattuso e Adl potrebbero dirsi addio col sorriso
Stavolta non c’è stata la temuta ansia da prestazione. Il Napoli non si è lasciato sfuggire l’occasione e la lunga rincorsa è stata finalmente premiata. Gli azzurri di Gattuso hanno sfruttato il pareggio di ieri della Juventus a Firenze e l’hanno scalzata dalla Champions. Almeno per il momento, a cinque giornate dalla fine. La vittoria sul Torino ha portato il Napoli a 66 punti che sono gli stessi della Juventus (e per ora anche del Milan) ma il Napoli ha una migliore differenza reti rispetto ai bianconeri (per un gol) e anche più gol segnati. Le notizie quindi sono due: se il campionato finisse oggi, il Napoli sarebbe in Champions e la Juventus no. Proprio la Juventus che una settimana fa sognava col suo presidente di crearsi un calcio a parte di portare con sé soldi, sponsor e giocatori. Sappiamo com’è finita.
Dalla Superlega all’Europa League. Per Andrea Agnelli e l’universo juventino sarebbe una conclusione che entrerebbe di diritto nelle barzellette. Non sappiamo se sia una rivincita di De Laurentiis che sulla Superlega ha avuto un atteggiamento attendista e che, anche dopo il fallimento, non ha attaccato Andrea Agnelli né Milan né Inter. Come se avesse sperato fino in fondo di poter fare affidamento su un posticino.
Ma torniamo al campo. I calendari sono facili solo sulla carta. Giocare contro una squadra impegnata in zona retrocessione non è per nulla agevole. E poi Torino e Fiorentina più o meno si equivalgono. La Juventus ha pareggiato, il Napoli ha vinto.
Il primo tempo di Torino-Napoli potrà essere ricordato come uno dei più convincenti del Napoli di Gattuso. Ottima copertura del campo, giuste distanze, capacità di trovarsi a memoria. Ovviamente sono i gol a rinvigorire questa sensazione. Il Napoli ne ha segnati due nel primo quarto d’ora. È stato Bakayoko, negli ultimi tempi molto criticato, a sbloccare il risultato con un destro in diagonale che ha ricordato – in maniera speculare – il gol di Gerson in Brasile-Italia 4-1. Il Napoli è stato bravo a dare subito il colpo del ko, grazie anche a una colossale ingenuità della difesa granata: Osimhen si è involato e poi anche grazie a un rimpallo ha raddoppiato.
Il Napoli avrebbe poi potuto segnarne altri, ha colpito un palo con Zielinski e più volte ha dato l’impressione di poter segnare. Forse lo avrebbe fatto se Politano fosse stato meno fumoso.
Il Torino è parso decisamente poco cuore Toro. Nei primi 45 minuti non si è visto granché dell’ardore tipico di una squadra che è difficile non avere in simpatia. Qualche cross ma l’unica vera occasione arriva su un quasi autogol sventato da Osimhen sulla linea. Nella ripresa è cambiato poco. I granata non sono andati oltre qualche cross mentre il Napoli ha colpito un altro palo con Insigne. Ed è andato al tiro in maniera pericolosa con Osimhen che in contropiede ha confermato le proprie qualità. Gli azzurri hanno sbagliato troppi gol sapendo che la differenza reti è fondamentale in questa corsa Champions. Speriamo di non dover pentircene. Sono stati 25 i tiri in porta degli azzurri.
A questo punto il Napoli ha le sue chance di entrare in Champions, sarà importante non distrarsi. Dopodiché Gattuso e De Laurentiis si saluteranno. Entrambi si saranno arricchiti. Gattuso avrà dimostrato di saper superare i passaggi a vuoto e di essere in grado di raggiungere l’obiettivo anche con la consapevolezza di essere a fine corsa; De Laurentiis avrà dimostrato di saper prendere le decisioni più intelligenti anche in momenti burrascosi, ripetendo – in piccolo – quel che fece Moratti confermando Mancini dopo l’uscita dalla Champions contro il Liverpool: vinse lo scudetto e poi prese Mourinho. Il finale di campionato del Napoli, a parere di chi scrive, acuisce i rimpianti per quel che è stata la stagione sia in Italia (quando ci ricapiterà una Juventus messa così male) sia in Europa. Ma andare in Champions sarebbe un ottimo modo per dimenticare i malumori e voltare pagina col sorriso.