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Per me il gioco del pallone è qualcosa che si avvicina molto al secondo gol del Napoli

Qualche domanda su Maksimovic, un pensiero per il Kosovo e una domanda che mi è venuta leggendo Salvatore Di Giacomo

Per me il gioco del pallone è qualcosa che si avvicina molto al secondo gol del Napoli

Maksimovic, carissimo, ma vuoi vedere che aveva ragione Sarri e tiene e piere sule pe saglì ‘e scale e a cape pe spartere ‘e recchie? Non so, è un’ipotesi.

Maksimovic, dico sempre a te: abbiamo capito che non rinnovi e te ne andrai – e credimi, ne siamo felici – però andarsene così, incollando brutte figure una dietro l’altra, anticipi senza criterio, stop senza speranza, rinvii senza pensiero, appoggi in preda al panico. Vai, ma vai con qualche buona prestazione sulle spalle, o chi ti piglia?

Manolas, scusa ma sei amico di Maksimovic o sei semplicemente impazzito?

Nel giorno del sabato santo Mertens ha cambiato angolino, ma l’ha messa comunque.

Per me il gioco del pallone è qualcosa che si avvicina molto al secondo gol del Napoli, su, a calcio si gioca così.

Per me il gioco del pallone è una scintilla, quella che ogni tanto si accende sul piede di Quagliarella.

Per me il gioco del pallone deve farti uscire dal buio, ogni tanto ti apre una finestra, è successo ieri con il gol – strepitoso – di Daniele Verde dello Spezia.

Vent’anni e tre giorni fa Baggio segnava contro la Juventus uno dei gol che preferisco, mi fa ancora un bell’effetto vederlo.

Mi manca una partita allo stadio, che vuol dire che mi manca una partita vera, stiamo facendo finta da un anno, non credete?

La partita di ieri ci dice bene ciò che è stato il Napoli di quest’anno: momenti di grande spettacolo in avanti, di semplicità, con l’evidenza di poter fare quasi tutto; e dopo momenti di depressione, di errori incredibili, di leggerezze da campionati dilettanti, come tra scapoli e ammogliati, come il calcetto del giovedì sera.

Che bello rivedere Serse Cosmi che si agita. Provate ad ascoltare l’audio di ieri senza vedere le immagini, e poi guardate il video senza audio, sovrapponete a piacimento, o mettete il testo che vi pare.

Quando segna Simy sorrido, e successo anche ieri, ho dovuto poi scusarmi con me stesso.

Un passo indietro, le qualificazioni Mondiali. La Germania non perdeva da mille anni e in pratica ha perso contro il Napoli. In Spagna non possono nominare il Kosovo ma non possono evitare di giocarci contro, che meraviglia che è il pallone. Ne avevo una carina sull’Italia ma l’ho dimenticata.

Ho sognato Careca che insegnava delle cose a Petagna. Falliva.

Il vero Politano – secondo me – è quello visto contro il Crotone. Quella roba lì.

Mi è piaciuto molto Di Lorenzo non solo per il gol. Si è ripreso.

Gattuso è invecchiato tantissimo, sarà mica colpa nostra? Noi che non lo abbiamo capito?

Da quando ho cambiato pc il Napoli le ha vinte tutte, non mi illudo, non sarà così per sempre, ma per ora ho fatto un’ottima scelta.

Sì, lo so è Pasqua, che vuole questo con questo pezzo post-pastiera? Invece va letto proprio così, come una cosa di fine giornata di festa, un pezzo anomalo come anomala è la festa.

Maksimovic, torno a bomba, quando commette l’errore che genera il terzo gol del Crotone, fa la faccia che fa ognuno di noi quando si accorge di essere uscito di casa senza mascherina.

Insigne ha fatto una nuova bella partita, il gol da lontano l’avrebbe meritato.

Meret quando ha preso il primo gol li avrebbe menati, quando ha preso il secondo gol li avrebbe uccisi, quando ha preso il terzo ha fatto fuoco.

A Firenze dicono che Gattuso andrà ad allenare là. Un mio caro amico viola ha già manifestato la sua disperazione.

Sto leggendo un bel libro di racconti Mattinate napoletane (Polidoro editore) di Salvatore Di Giacomo, a un certo punto una frase: «che vi han vista piangere di nascosto…», ci sono tornato sopra una decina di volte, qualcuno parte soldato e una donna piange, ma la partita era appena finita e non ho potuto far altro che rivolgermi una domanda, se alla mia età, dovesse capitare, sarei ancora in grado di piangere per il Napoli, mi sono risposto di no, anche se non è certo. Il pianto per la delusione da pallone è cosa da ragazzi, ma allora lo è anche la gioia, ma io voglio ancora gioire. Ho finito il racconto di Di Giacomo e ho ritirato la domanda. Per questa volta.

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