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Che cosa è successo domenica sera nello spogliatoio del Napoli?

POSTA NAPOLISTA – Le facce dei giocatori ricordavano quelle dei brasiliani nella finale del 98. Poi, si scoprì della crisi di Ronaldo. Qualcuno ci dica qualcosa.

Che cosa è successo nello spogliatoio?

Non c’è alcun dubbio che il 23 maggio 2021 sarà ricordato a Napoli come “lutto calcistico”, così come lo era stato il primo maggio del 1988, giorno della sconfitta con il Milan al San Paolo.

Di spiegazioni ne sono state date tante: un complotto della Lega, la vendita della partita da parte dei giocatori, un accordo di De Laurentiis con Agnelli, calciatori del Verona pagati dalla Juve e tante altre sciocchezze.

Tanti anche gli errori che sono stati imputati a Gattuso:

a) non ha tenuto conto della perdita di brillantezza della squadra, e soprattutto di alcuni calciatori come Insigne, già percepita nelle partite con Cagliari e Fiorentina. Doveva quindi tenerne conto non rinunciando a Demme, molto più dinamico di “Baka”, e a Politano certamente più fisico di Lozano, e magari con una maggiore propensione ad aiutare la fase difensiva.

b) Avrebbe potuto effettuare questi cambi all’inizio del secondo tempo quando era evidente che il centrocampo del Napoli era stato surclassato da quello del Verona, e che era stata una grande fortuna aver terminato il primo tempo in parità.

c) Dopo il gol “miracolo” di Rrahmani non ha pensato di rafforzare il centro campo in modo da aiutare la difesa a resistere all’offensiva del Verona (che comunque stava iniziando a dare anche qualche segno di stanchezza).

d) Dopo il pareggio del Verona, con ancora 20-25 minuti da giocare, è andato in completa confusione e disperazione, inserendo tante punte a cui però non è stata data neanche una palla che, in mancanza di interdittori, veniva giocata solo dai veronesi.

e) Non ha sostituito Osimhen, annullato dal suo difensore, con Mertens che avrebbe potuto spaziare su tutto il fronte d’attacco disorientando la difesa del Verona in assenza di un più classico pivot come il giocatore nigeriano.

Inoltre è da segnalare la mancanza di un calciatore di forte personalità, capace di dire: “Guagliù! Se non vinciamo non torniamo a casa, dobbiamo vincere, e se necessario anche a morsi, calci e pugni”.

Chiaramente molte di queste obiezioni sono probabilmente valide, ma poste solo con il senno di poi, e mancano di controprova. Se poi il Napoli si fosse giovato di un rigore o di un’autorete negli ultimi minuti di queste cose nessuno ne avrebbe parlato. In effetti è sempre così nel calcio: chi vince ha sempre ragione, e chi perde sempre torto.

Tuttavia, c’è una cosa che ha colpito quei tanti tifosi, come me, che De Giovanni definisce “malati”, cioè quelli che durante la settimana lavorano per distrarsi in attesa della partita del Napoli.

Mi riferisco alle facce dei calciatori del Napoli: tese, impaurite ed anche rassegnate… e le facce sono importanti, lo diceva anche Montanelli. La visione di questi visi ha dato la sensazione già nei primi minuti a tutti i tifosi con i quali mi sono confrontato che fosse una partita che sarebbe andata male. E questa sensazione è rimasta anche dopo il “miracolo” di Rrahmani.

Queste facce mi ricordavano molto quelle dei calciatori brasiliani nella finale con la Francia nel mondiale del 1998: anche allora non ci fu partita, il Brasile non solo non fece un tiro in porta, ma neanche entrò nell’aria avversaria. In Brasile si cercò di dare tante spiegazioni. Quella più gettonata: accordo politico, un favore alla Francia che doveva vincere la sua prima Coppa del Mondo, e lo doveva fare ovviamente a Parigi.

Poi la verità venne fuori; nello spogliatoio del Brasile, poco prima della partita, si stava verificando una vera tragedia. Ronaldo aveva avuto uno shock anafilattico, e aveva rischiato di morire, e si era ripreso dopo più di mezz’ora mentre tutti i brasiliani presenti erano disperati. Come potevano pensare a giocare?

Ovviamente non credo che qualche cosa di simile sia avvenuto nello spogliatoio del Napoli, ma ho una forte sensazione che qualche cosa di spiacevole sia successo. Penso ad un litigio “pesante” tra i calciatori, tra qualche calciatore e l’allenatore. D’altra parte sono cose che succedono negli spogliatoi. Eventi simili molto spiacevoli erano avvenuti fra l’allenatore e dei calciatori anche nell’intervallo della partita persa con il Milan nell’88.

Probabilmente qualche episodio del genere ha acuito il clima di tensione. Strano che quasi per tutto il primo tempo è venuta a mancare la solita “telecronaca “di Gattuso. Era impaurito anche lui? O era molto arrabbiato con qualcuno? Ricordo che Gattuso ha fatto una finale mondiale, così come una semifinale battendo la Germania in casa. 

Ancora, Demme non ha fatto nemmeno il riscaldamento durante la partita; come se non ci fosse nessuna possibilità per lui di entrare in campo. Per finire, Insigne ha sbagliato più passaggi in questa partita che nell’intero campionato.  Non sarà un leader ma una certa esperienza ce l’ha. Era solo stanco? o arrabbiato?

Forse non saprò mai se le mie ipotesi siano valide o meno, ma di certo abbiamo assistito ad una partita strana in presenza di una squadra che sembrava rassegnata ad un risultato negativo. Forse nei prossimi anni ne sapremo di più.

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