A Firenze la sconfitta del populismo. Stavolta la Ciorta ha voluto bene al Capitano. Da un anno non si soffriva così, emozioni ritrovate
Le pagelle di Fiorentina-Napoli 0-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia
MERET. Stavolta il golletto avversario non ci scappa. Ribery sparge terrore al 57’ e questo è l’unico sussulto viola di un certo impegno. Per il resto un paio di tiri centrali e nulla più. La partita era decisiva e lui era in campo, bisogna darne atto a Mister Veleno – 6
Hai ragione, Fabrizio, è stata una gioia vederlo riconfermato tra i pali – 6
DI LORENZO. Detto di Ribery, sovente un flagello per lui e l’Onesto Faticatore Albanese, l’Appuntato Di Lorenzo, Ilaria, è meno offensivo del solito e anche questo pesa sulla mediocre prestazione di Na-Politano – 6
Buono il movimento sulla sua fascia e gli scambi con Politano, mi sembra abbia toccato una marea di palle – 6
MANOLAS. Oltre al franco pensionato ancora arzillo (ad avercelo, in questo campionato italico a ritmi di moviola), c’è da tenere a bada la promessa serba e l’Ellenico lo doma da subito – 6,5
Non molla nemmeno quando la Fiorentina, sul finale, si rende minacciosa pressando. Interviene in scivolata su un Ribery che è stato straordinario – 6,5
RRAHMANI. Sia lode, Ilaria, a questo nostro fratello kosovaro origine del penalty che pareggia il disastro di Calvarese travestito da Orsato. Perdipiù Milenkovic, altro serbo, è uno che oggi ha tirato più magliette che palloni – 6,5
Merita mezzo voto in più, secondo me. Solido, cresce giornata dopo giornata, confermandosi una pedina su cui puntare nella prossima stagione. Mi piace il piglio, la serietà, l’applicazione. E’ più maturo, mi piace molto – 7
HYSAY. L’Onesto Faticatore va in affanno più di una volta, tra il capitone Ribery e un paio di palle perse, ma non si rassegna mai ed è quasi sempre sostegno a sinistra del Capitano – 6
Una buona partita, ci mette tanta grinta – 6
FABIAN RUIZ. Nei primi dieci minuti dipinge lanci per Victor Victoria e Na-Politano. E’ lui il riferimento di Meret in uscita ed è efficace anche nel recupero di seconde, terze, quarte, quinte palle – 7
Prova fin dall’inizio a indirizzare un gioco evidentemente bloccato dalla tensione della partita. Dopo il vantaggio va ancora più in scioltezza e si sacrifica anche parecchio – 6
BAKAYOKO. Deambula in cerca di un’identità, oltre che di una posizione, nella terra di mezzo. Potrebbe ritrovare se stesso di testa, su tre calci piazzati dei compagni, ma ne vengono fuori tre colpi flosci. Ogni tanto perde qualche palla, talvolta la recupera. Oggi però è brutto mettere un voto sotto la sufficienza – 6
Sta là in mezzo al campo a fare non si sa bene cosa. A tratti fermo, non partecipa alle azioni, né in attacco né in difesa. Mi ha dato l’impressione di dover fare solo diga fisica a centrocampo, nel senso di dover contrastare chi gli andava addosso, come un birillo. Ma, come dici tu, non si possono tacere i tre colpi flosci: se fossero entrati quelli il giudizio sarebbe diverso. Ma proprio perché oggi era una partita importante, non posso dargli la sufficienza – 5,5
POLITANO. I suoi giochini destra-centro stavolta non funzionano e stufano un po’. Si accende una sola volta, un tiro al 51’, e combina davvero poco. Per il voto vale la postilla di cui sopra – 6
Ha il compito di unire centrocampo e attacco e lo fa, il problema, come detto tante volte, è che spesso poi vanifica – 5,5
LOZANO dal 76’. Mister Veleno lo fa entrare tardissimo, peccato – senza voto
senza voto
ZIELINSKI. La Lex Zielinski vige anche a Florentia e colpisce implacabile il povero Venuti che spedisce nella propria porta un tiraccio di San Piotr. In precedenza all’11’ è Terracciano a ribattere una cagliosa di sinistra della nostra subpunta prediletta – 7
Nel primo tempo sembra un po’ moscio, poi, per fortuna, si sveglia. Checché ne dica la Lega, per me il gol è suo, con una buona porzione per Osimhen e quell’apertura su Insigne favolosa – 7
MERTENS dal 76’. Ciro l’Anziano timbra il cartellino pure oggi – senza voto
Deve esserci qualche postilla nel suo contratto di cui non siamo a conoscenza. Per forza – sv
INSIGNE. Ilaria, nel momento esatto in cui ho deciso di vedere il rigore, rinnegando una tradizione di quasi mezzo secolo, ho avuto un sinistro presagio. Ma stavolta la Ciorta, con la maiuscola, ha voluto bene al Capitano che poi l’ha messa dentro sulla respinta. L’avesse sbagliato, l’elenco di alibi e accuse in caso di mancata vittoria sarebbe stato l’ossessione dei colleghi embedded del gattusismo: una partita persa in albergo, in autogrill, in stazione, al ristorante e così via; Calvarese suddito del potere bianconero; il contratto di Mister Veleno stracciato da DeLa; la critiche di quei cattivoni napolisti al nuovo profeta da zero tituli. Non è successo e da tifosi abbiamo perso la voce su quel gol. Vorrei trattare di nuovo la psiche del semi-Pibe frattese ma mi sono dilungato troppo. Vanno segnalati, oltre al gol: una traversa su punizione, un palo su azione, l’assist vincente per San Piotr. Il Capitano, infine, eguaglia il suo record di marcature in campionato: 18 gol, lo stesso del primo anno fulgido dell’Estetica – 7,5
Io invece l’ho visto quel rigore. E sapevo che lo avrebbe sbagliato. E allora ho continuato a ripetere: “Stupiscimi, Lorenzo, stupiscimi”. E mi ha stupita, sfruttando il rimpallo che Dio santissimo ha deciso di mandarci in terra. Insigne oggi è stato come il Napoli: non è venuto meno nella prova maturità. Ci sono piccoli barlumi di crescita emotiva. Se chi verrà dopo Gattuso li metterà a frutto sarà una cosa grandissima. Prestazione complessivamente preziosa – 7,5
OSIMHEN. Siamo a Firenze e lo spirito di Giotto fa disegnare a Victor Victoria una traiettoria perfetta, da una fascia all’altra, per il Capitano. E’ l’incipit capolavoro dello zero a due. GiottOsimhen è campione d’altruismo oggi. Il suo cammino azzurro, a Parma, era cominciato così, facendo segnare gli altri – 8
Quella palla millimetrica ad Insigne vale più di qualsiasi voto, Fabrizio. E’ stata una bellezza insperata, una forma di arte. Entra in partita che è il più affamato di tutti, e la indirizza. Eccome se la indirizza – 8
PETAGNA dall’84’. Con quella cresta, di profilo, ricordava Genny Savastano – senza voto
senza voto
GATTUSO. L’esistenzialismo troisiano (nel senso di Massimo) ci insegna, Ilaria, che ci vuole amore soprattutto per lasciarsi. Ora, dubito che Mister Veleno e DeLa si siano mai amati, né tantomeno io ho avuto mai un’anticchia di affetto e di stima per il barbudo calabrese, ma questo finale di stagione restituisce fiducia e serenità a noi tifosi, soprattutto dopo questa temuta trasferta. Insomma che sia un addio di festa e non di veleni e sceneggiate. Detto questo, Max ha ragione: alla vigilia di questa partita è stata montata una grottesca campagna di spettri, ricordando ciò che accadde quel maledetto 29 aprile di tre anni fa. Colpa anche di una certa stampa scontata a corto di idee, che deve sempre alimentare il populismo della peggiore napoletanità. Epperò non c’è paragone che tenga tra la lotta per il primo posto e quella per il quarto. Ma tant’è. Infine un’ultima supplica a Gattuso: a meno di un clamoroso trasferimento alla Juve insieme con Giuntoli, la faccia nostra sotto i loro piedi, Firenze dovrebbe essere il suo stadio l’anno prossimo e da qualche parte ho letto che vorrebbe con sé Ospina e Hysaj. Ecco, a me non dispiacerebbe se si portasse anche il calabro-teutonico Demme, Na-Politano e Bakayoko. In questi lustri abbiamo retto la partenza di Cavani, di Lavezzi, dell’Innominabile, giusto per fare dei nomi. Ce ne faremo certamente una ragione – 7
La pacificazione è il modo migliore per mettere fine ai rapporti, di qualunque natura essi siano. La mia pacificazione è arrivata oggi a ora di pranzo: non soffrivo così per una partita da più di un anno. Non ho svolto alcuna inutile mansione in casa, l’ho vista un po’ seduta, un po’ in ginocchio, un po’ in piedi davanti alla tv. C’era qualcosa per cui combattere, qualcosa per cui mi sembrava combattessero anche quegli undici in campo. Una comunione, chiamala come vuoi. Finalmente la voglia di non perdersi nelle cuciture. E’ stato bello rivivere questa emozione. Ne manca una. Basta rifarlo. Se così sarà, la pacificazione potrà dirsi conclusa – 7
ARBITRO ABISSO. Un cognome che evoca perdizione e tenebre. Noi lo ricorderemo come un abisso di felicità – 7
Era a due passi da Milenkovic e Rrahmani. Due. Viva il Var – 6