Bilbao non ha ceduto al ricatto, è stata estromessa e ora chiederà i danni: “L’Uefa è un mondo a parte, uno Stato alternativo all’interno dell’Europa”
“La Uefa è un mondo a parte, uno stato molto particolare all’interno dell’Europa stessa“. Comincia così un pezzo del Pais sulle forzature continue che l’Uefa prova a strappare alle restrizioni per il Covid, e non solo. Una evidenza ormai dettata da un anno di cronaca. Cui si aggiunge un dettaglio che il quotidiano spagnolo riporta.
L’Uefa “voleva anche, come ha rivelato l’assessore allo sviluppo economico di Bilbao, Xabier Ochandiano, che i suoi manager e coloro che pagano cifre enormi somme per essere allo stadio all’Europeo, abbiano un trattamento diverso dal resto della popolazione: hanno proposto di non utilizzare mascherine nelle aree vip.
Questa era una delle richieste per mantenere la sede di Bilbao, ma c’era di più. Secondo Ochandiano, i responsabili del calcio europeo hanno chiesto di aumentare la capacità consentita al 50%. “Non condividiamo che l’ingresso del pubblico dipenda dalle condizioni sanitarie”, avrebbero affermato dalla Uefa. La città spagnola è una delle poche a non aver ceduto al ricatto ed è stata estromessa.
Bilbao, scrive El Pais, cercherà di far pagare alla Uefa almeno le spese che ha sostenuto a causa dell’organizzazione mancata dell’Europeo, che ammontano a 1,3 milioni di euro già sborsati. Inoltre tra pochi giorni verrà quantificato l’importo dei contratti firmati e impegnati che non verranno eseguiti, e per i quali il Comune dovrà corrispondere un risarcimento. Infine verrà quantificato anche “il danno reputazionale subito dalla città”.