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Tognazzi:«Spalletti premia i calciatori che non si sentono prime donne»

Al CorMez: «Stringe la mano ai professionisti. Mette il suo credo calcistico al centro del villaggio e va avanti per la sua strada»

Tognazzi:«Spalletti premia i calciatori che non si sentono prime donne»

Il Corriere del Mezzogiorno intervista Gianmarco Tognazzi. Nella serie tv dedicata a Totti, “Speravo de morì prima”, ha interpretato il ruolo di Luciano Spalletti, che, a meno di colpi di scena dell’ultima ora, dovrebbe essere il nuovo tecnico del Napoli. Tognazzi manifesta tutta la sua stima verso l’allenatore.

«Forza Milan, sempre. Ma avercelo uno come Spalletti!».

Gli viene chiesto se, alla luce di quanto successo con Totti, Insigne debba preoccuparsi. Risponde:

«Ma che scherziamo! Intanto, non confondiamo l’attore con l’uomo. Piuttosto credo che il capitano del Napoli sia molto apprezzato da Spalletti, come del resto da tutti gli amanti del calcio. La serie racconta un punto di vista, quello descritto da Totti nel suo libro. Ho cercato di capire quale fosse il disagio di Spalletti in quella situazione».

Nella querelle Spalletti-Totti, aggiunge, è stato dirompente l’effetto mediatico, ma in realtà Spalletti non ha mai preso posizione pubblicamente.

«Spalletti, uomo vero, non ha mai fatto alcun commento. Ha dimostrato intelligenza e sportività. Ha avuto la capacità di farsi scivolare le accuse, non ha alimentato le polemiche. É stato un uomo di classe».

L’attore racconta di aver studiato molto Spalletti e di essere rimasto colpito da una sua frase in particolare.

«I giusti pensieri. Lo ripete spesso. Lui premia i calciatori al servizio della squadra, stringe la mano ai professionisti, quelli che non si sentono prime donne. Mette il suo credo calcistico al centro del villaggio e va avanti per la sua strada, come è giusto che sia».

Andrà d’accordo con De Laurentiis?

«Due uomini di grande carattere, si scontreranno pure, ma è normale che sia così. Se resteranno sulla stessa lunghezza d’onda potranno fare insieme cose importanti. Poi dipende molto dalle aspettative. Lui porta a Napoli il suo gioco, un credo appunto, e la società dovrà mettergli a disposizione i giocatori giusti. Insigne è il primo della lista dei talenti. Anzi, posso dargli un consiglio da milanista? Se vuole diventare un’icona, scelga lui dove stare senza farsi condizionare. Scelga l’esclusività: le bandiere come Totti non esistono più, lui ha l’occasione per diventarlo».

 

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