A Repubblica: «Puoi far parte di lobby ed entourage, ma se non pedali e sei scarso non giochi. In tv va diversamente»

Su Repubblica un’intervista ad Alessandro Cattelan. Fino allo scorso anno ha condotto X-Factor per 10 anni, ora sta per debuttare in Rai con un nuovo programma, “Da grande”.
«Finora ho trovato altrettanta libertà che a Sky. I dirigenti Rai mi hanno cercato perché facessi quel che so fare senza snaturarmi, e proprio per portare in Rai un certo pubblico. E voglio anche mettermi un po’ alla prova, magari anche stare scomodo dopo anni in una comfort zone che mi ha fatto crescere senza traumi».
Aggiunge:
«Lavorare per due canali diversi? Sa, le esclusive sono come il posto fisso, la sicurezza economica. Chiuso con Sky ho avuto la gioia di ricevere solo offerte personali, cioè di portare idee in cui fossi me stesso».
Cattelan è interista. Racconta di non aver dormito dopo aver visto il malore di Eriksen durante Danimarca-Finlandia e sull’addio di Conte:
«Rassegnato, semmai. A noi interisti, anche se facciamo un capolavoro, non manca mai uno sfregio sulla tela. Credo in Inzaghi e comunque non abbiamo ancora venduto nessuno, quindi siamo forti come prima».
E’ stato difensore della squadra di Tortona, il Derthona. Potendo scegliere, dice, avrebbe fatto il calciatore.
«Scherza? Il calcio! Ha meno pressioni e c’è meritocrazia: puoi far parte di lobby ed entourage, ma se non pedali e sei scarso non giochi. In tv va diversamente direi, anche se non sono mai stato danneggiato da simili meccanismi. Certo a quest’ora, fossi stato calciatore, avrei già dovuto reinventarmi una vita. In tv c’è ancora chi mi considera giovane».