Tutti hanno un’alternativa, ma non c’è nessuno che abbia le caratteristiche dell’ex Napoli. Due tocchi: e la squadra si sposta
L’unico calciatore insostituibile, nell’Italia di Mancini, è Jorginho. Nessuno ha le sue caratteristiche di gioco. Lo scrive Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera. Mancini ha messo in campo un gruppo in cui ognuno ha un’alternativa, tranne il brasiliano.
“In questa Nazionale senza fuoriclasse ma di gruppo, dove tutti hanno un’alternativa, lui è l’unico ad essere insostituibile. Puoi pensare di mettere Chiesa al posto di Berardi, se vuoi avere più strappi e fisicità sulla destra. C’è Belotti per Immobile, Emerson per Spinazzola, Locatelli per Verratti. Ma non ne abbiamo nessuno con le caratteristiche di Jorginho. Due tocchi: e la squadra si sposta. L’idea di gioco studiata da Mancini per questa banda di brevilinei che sanno palleggiare, parte dai suoi piedi. Il secondo pensiero è invece pieno di stupore: perché il nostro calcio ha sempre avuto grandi registi; c’è stato addirittura un tempo in cui la scelta era talmente ampia e di qualità che giocatori come Antonio Juliano ed Eraldo Pecci, ma anche Agostino Di Bartolomei, giocavano pochissimo in azzurro. Ora dobbiamo benedire il momento in cui Tite, l’allenatore del Brasile, decise di poter fare a meno di Jorginho. Il calcio è così: c’è l’allenatore che non ti vede. Punto (Pirlo, per dire, non vedeva Dybala: però poi è finita come sappiamo)”.