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Digne: «Spalletti sbatte la testa, urla e ti tiene tre ore davanti ai video. È pesante, ma bello»

A L’Equipe: “Il miglior stratega è Ancelotti, può cambiare sistema in partita con uno schiocco di dita. Spalletti è il più collerico, ma si fa perdonare”

Digne: «Spalletti sbatte la testa, urla e ti tiene tre ore davanti ai video. È pesante, ma bello»

Lucas Digne è agli Europei con la Francia, passando per un’ottima stagione all’Everton. Il difensore dei Blues ha concesso un’intervista a L’Equipe in cui parla dei migliori tecnici che lo hanno allenato. Aneddoti su Spalletti, su Luis Enrique, quello che ne esce meglio è Ancelotti. Di Blanc e Valverde, invece  non ha ricordi entusiasmanti.

Il nuovo allenatore del Napoli è descritto come “il più esigente” e anche “il più collerico”:

“Ha un rigore molto italiano. Facevamo un’ora e mezza di video prima delle partite. E un’ora e mezza dopo le partite. È pesante per alcuni, ma a me piace! Per un difensore questo è davvero importante. E dopo un po’ in campo diventa tutto automatico. Dici a te stesso: se non faccio così, l’allenatore mi farà perdere i sensi davanti ai video domani. Spalletti è un appassionato. Può sbattere la testa, urlare contro tutti, fare grandi gesti a bordo campo perché un giocatore passa la palla dietro invece che in avanti. Vive le cose a fondo, con passione. All’improvviso poi passa tutto, e i giocatori lo perdonano. Anche Ancelotti è appassionato ma è diverso. Non ha lo stesso temperamento. Sicuramente Spalletti è più vicino a un Sampaoli”.

“Il miglior stratega” è Ancelotti.

Ancelotti può variare il suo sistema di gioco durante una partita con uno schiocco di dita. Analizza molto bene gli avversari, legge molto bene le partite. Ogni fine settimana cerca di adattarsi ai giocatori a sua disposizione. E soprattutto ha un ottimo carattere. Spiega bene ai giocatori cosa vuole. Il suo messaggio viene trasmesso molto facilmente. Anche Luis Enrique a Barcellona era molto bravo in questo. Facevamo fatto solo cinque o dieci minuti di tattica, ed era esattamente quello che facevamo poi in partita. Era incredibile. Tutti erano ricettivi, ma le sue istruzioni erano molto chiare e precise. In allenamento saliva in alto, sulle impalcature, come nei cantieri. Osservava se le linee erano ben fatte, spiegava i movimenti che voleva. Le sessioni venivano filmate. Anche con Ancelotti ripassavamo cinque minuti di allenamento in video, non di più. Con questo tipo di allenatori è ancora più facile essere un giocatore”.

“Il più divertente” è ancora Ancelotti.

Ancelotti è una brava persona, e sa trasmettere i suoi messaggi con umorismo. Durante il Covid, ad esempio, non voleva che facessimo feste. Ci ha detto: se avete intenzione di fare una festa, ragazzi, invitatemi. Così almeno vi controllo. Con Marco Silva o Ancelotti si può parlare di tutto. Di più del calcio. Al mattino Ancelotti ama prendere il caffè con noi. Si parla di tutto, di niente, di quello che è successo il giorno prima, della quotidianità, delle nostre famiglie. Quando è nata mia figlia durante il Covid, lui e il suo staff si sono presi molta cura di me, erano davvero lì per me”.

“Il miglior discorso” se lo giocano Deschamps o Ancelotti:

“Ho avuto allenatori molto bravi a fare discorsi. Deschamps o Ancelotti, per esempio. Riescono sempre a motivarti, a trovare la cosa bella da dire. Ricorderò sempre il discorso che Deschamps fece prima della finale di Euro 2016. Aveva fatto un piccolo video con le nostre famiglie, una cosa straordinaria“.

I “cattivi”, Blanc e Valverde:

“Ho citato quelli che mi hanno segnato. Con Blanc non ho avuto nessun rapporto umano. Ernesto Valverde, che ho avuto un anno al Barça, era un po’ lo stesso. Non era un grande comunicatore. Non era nella sua natura. Parlava con Lionel Messi, che era il capitano, ma ci ha dovuto lavorare un po’. Si vedeva che era riservato”.

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