Barbano commenta sul Corsport come, nonostante la maggioranza di pubblico italiano, per i primi trenta minuti sembra di stare circondati dagli spalti algidi di un Paese ostile.
Si dice sorpreso ed emozionato Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport dalla prestazione spensierata dagli azzurri contro la Turchia nella gara di esordio degli Europei
Sapevano di portare sulle spalle non solo il fardello sportivo della rivincita dopo l’esclusione dal Mondiale, ma anche l’intero corpaccione di un Paese stordito e impaurito, che esce dalla più grande tragedia della storia repubblicana, e che da ieri sera s’identifica nel loro esempio
I ragazzi di Mancini hanno dimostrato di giocare “uno per tutti e tutti per uno”, coraggiosi anche di fronte ai fischi dei turchi. Perché, scrive Barbano, nonostante i tifosi non aspettassero altro che poter tornare allo stadio per la prima frazione di gioco sono rimasti impassibili
per i primi trenta minuti sembra di stare circondati dagli spalti algidi di un Paese ostile. Duemilatrecento turchi dimostrano cosa può fare una minoranza che si assegna il compito del guastatore. Bisogna alzare una cortina dell’empatia per non sentirli, quei fischi. E gli azzurri non li sentono