Su La Stampa. Abituati a giocare facile, di fronte al difficile c’è stato uno smarrimento progressivo degli uomini chiave, a partire da Verratti e Barella
Su La Stampa, Gigi Garanzini commenta il verdetto emerso dalla partita di ieri tra Belgio e Portogallo: sarà il Belgio l’avversario dell’Italia ai quarti di finale. Con un’incognita non da poco: la presenza, o meno di De Bruyne, che ha lasciato il campo infortunato.
“Con un’incognita non da poco, perché da come De Bruyne ha lasciato il campo potrebbe non recuperare per venerdì: e avercelo o non avercelo contro farebbe una signora differenza”.
Ma nel valutare il quarto di finale che la squadra di Mancini è chiamata a superare, se il 50% è rappresentato dalla squadra avversaria, l’altro 50% è tutto nelle mani dell’Italia.
“Detto che il Belgio, o Portogallo che fosse, rappresenta grosso modo il cinquanta per cento del problema. L’altro cinquanta è l’Italia, che al primo ostacolo (relativamente) alto ha rischiato di rifiutarlo. Della serata di Wembley ci teniamo due spunti rassicuranti: uno è che la squadra ha saputo stringere i denti mano a mano che si palesavano difficoltà sino a lì mai sofferte; l’altra è che la qualità della rosa ha offerto soluzioni tali da cambiar faccia alla partita e ripristinare i valori della vigilia. Ma senza dimenticarne uno di segno opposto: che il black-out è durato troppo a lungo. Abituati a giocare facile, di fronte al difficile c’è stato uno smarrimento progressivo: negli uomini chiave, a cominciare da Verratti e Barella. E forse, a pensarci, i cambi potevano arrivare anche prima”.