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Il pomeriggio di gloria in Curva B perché io, bambino, conoscevo la regola dei gol fuori casa

POSTA NAPOLISTA – Napoli-Slask Wroclaw quarti di finale di Coppa delle Coppe. Togliere quella regola è un po’ come aderire alla Superlega

Il pomeriggio di gloria in Curva B perché io, bambino, conoscevo la regola dei gol fuori casa
Foto del Guerin Sportivo

Non posso essere il solo.

Non posso essere l’unico a cui la fine della “regola del gol fuori casa” fa lo stesso effetto orrido della Superlega.

Non può essere.

Aumenteranno a dismisura i minuti di stallo per paura di subire la beffa all’ultimo minuto.

Gli inutilissimi supplementari triplicheranno.

E così la lotteria dei rigori.

Ma per me è peggio. È un lutto personale.

Dovete sapere che papà mio mi portò allo stadio, in un caldo e soleggiato pomeriggio di primavera del 1977.

Si giocavano i quarti di finale della Coppa delle Coppe.

Napoli – Slask Wroclaw.

Andata 0-0.

Al ritorno vincevamo noi, 2-0.

Lo Slask, con la sua bella maglietta verde, attaccava.

Voleva segnare il 2-1.

Un signore attempato vicino a me aveva paura. “Uagliu`, se fanno 2-1 il gol fuori casa vale doppio: ci facciamo i supplementari”.

E io bambino solo oriundo napoletano, pallido, suggett’, appassionato di calcio estero e seguace di Eurogol gli risposi “No, guardi, la regola del gol fuori casa vale solo a parità di reti segnate”.

Nell’arco di pochi minuti si sparse la voce in curva B che c’era ‘nu uagliuncell’ (avevo neanche 10 anni) che “Sapeva La Regola”. In molti indicavano dalla parte mia.

La tensione scemò.

Lo Slask non segnò.

Poi venne il furto belga, ma io i miei cinque minuti di gloria li ebbi.

Non mi togliete la Regola del Gol Fuori Casa.

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