Il Napoli se lo tenga, nella speranza che il procuratore non ponga condizioni inaccettabili per la politica del Napoli
Spesso in molti cadiamo in una trappola semantica. Un tal calciatore è un fuoriclasse, un grande campione, un campione, un ottimo calciatore…e chi più ne ha più ne metta. Senza capire che se a monte non dai una definizione corretta per ciascuno dei termini in questione, ogni discorso è inconsistente.
Anche nel caso di Insigne la gara della classificazione viene continuamente a galla. Ma io questa volta non ci voglio cascare. Provo perciò a fare delle considerazioni elementari. Insigne ha disputato una stagione eccellente. Per certi versi cambiando anche pelle. Non più giocatore da singola mattonella (di sinistra) ma calciatore moderno a tutto campo. Capace di rientri profondi, di organizzare il gioco in mezzo al campo, di rifinire. E poi di concludere come dimostrato dai 19 goal fatti in campionato. (La mia impressione a pelle è che lo abbia aiutato a maturare Roberto Mancini).
Pertanto, anche se non esistono nel calcio moderno giocatori incedibili, certamente a Insigne è difficile rinunciare. Sostituirlo sarebbe una impresa impossibile perché quelli più forti di lui in giro nel mondo ci sono ma costerebbero una cifra di acquisto e di ingaggio insostenibile per il Napoli. C’è da augurarsi ovviamente che il procuratore di Insigne non ponga condizioni economiche inaccettabili per la politica finanziaria della società. Che è una società sana e tale deve restare. E comunque è importante non consegnare a Spalletti una squadra con un caso Insigne aperto. Quod deus avertat!