La motivazione data al mancato inginocchiamento per il Black Lives Matter è inconsistente, pilatesca. Significa riempire di vuoto quello che è nato come una presa di posizione
L’Italia non si è inginocchiata per il Black Lives Matter, ieri, contro l’Austria. Il capitano, Giorgio Chiellini, ne ha spiegato il motivo prima del match, a Rai Sport. Una spiegazione surreale, come abbiamo scritto, nella quale, tra l’altro, Chiellini ha persino confuso il razzismo con il nazismo. Sul Corriere dello Sport Marco Evangelisti commenta le parole del difensore.
Scrive:
“Mille straordinarie ragioni per inginocchiarsi, una sola per non farlo: replicare alla protervia di chi pretende, sentendosi unto da sé stesso, di imporre comportamenti attraverso il meccanismo del ricatto sociale, o fai così o sei un uomo dappoco. Spiegare in questo modo la decisione sarebbe stato magari poco condivisibile – perché poi esiste una gerarchia dei problemi e quello delle discriminazioni precede quasi tutti gli altri – però accettabile. Invece la squadra, attraverso il capitano Giorgio Chellini, ha consegnato al pubblico una motivazione molto più fragile. Quasi inconsistente, di certo pilatesca”.
Evangelisti continua:
“Le frasi di Chiellini fanno pensare invece a un tuffo dopo un contatto insignificante, alla comodità di una via di fuga. Ci inginocchieremo se ce lo chiedono gli altri. Soprattutto, lo faremo per rispetto dell’altra squadra. Non della causa dell’uguaglianza, non delle vite spezzate o delle ingiustizie perpetrate. Significa riempire di vuoto quello che è nato come una chiara presa di posizione. Significa rifugiarsi nella penombra del non detto oltre che del non fatto”.