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Libero: l’errore di Mancini è stato inserire Chiesa solo al 39′ del secondo tempo

In 36′ Chiesa ha tirato tre volte nella porta dell’Austria, una in meno di Insigne, più di tutti i compagni. Ed ha toccato il pallone solo 16 volte, meno di tutti gli altri

Libero: l’errore di Mancini è stato inserire Chiesa solo al 39′ del secondo tempo
Londra (Inghilterra) 26/06/2021 - Euro 2020 / Italia-Austria / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Federico Chiesa

L’errore di Roberto Mancini, se ce n’è uno, è stato inserire Federico Chiesa solo al 39’ del secondo tempo, a 6’ più recupero dal termine dei tempi regolamentari. Troppo tardi, soprattutto perché Berardi, colui che ha lasciato il posto al figlio di Enrico (i Chiesa sono la prima dinastia a segno nella storia degli Europei), dopo una prima frazione ostica era lentamente scivolato ai margini del gioco, quando invece sarebbe servito dentro, al centro, sia geograficamente che metaforicamente. Mostrando il suo atavico difetto, una certa pigrizia nel leggere la partita, il ct ha evidenziato il pregio di Chiesa: entrare quando gli avversari raschiano il barile delle energie e spaccare la partita”.

Lo scrive Claudio Savelli su Libero, tornando su Italia-Austria, partita decisa da un gol di Chiesa, appunto, ed uno di Pessina.

Sul gol dell’attaccante della Juventus:

“Ecco chi è, come gioca e cosa può dare Chiesa a questa Nazionale. Nemmeno per un attimo pensa al controcross, quando vede il pallone spiovere ha già in mente il tiro, il gol. Le tre giocate sono in funzione dell’obiettivo: controllo di testa per evitare che il pallone sfugga, tocco di suola per mandare a vuoto l’avversario e allargare l’angolo di tiro, e conclusione secca, come viene-viene: la sfera è ancora alta ma è così che si fa davanti alla porta, si calcia in levare anziché in battere per lasciare di sasso il portiere. Rete”.

E cita le statistiche.

In 36’ ha tirato tre volte verso la porta di Bachmann, una in meno di Insigne, più di tutti gli altri compagni. Il bello è che ha toccato appena 16 volte il pallone, dato inferiore rispetto a tutta la squadra (escluso Cristante, entrato al 107’): Belotti, che ha sostituto Immobile nello stesso slot usato per l’avvicendamento Berardi-Chiesa, ha chiuso a quota 31, praticamente il doppio”.

 

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