ilNapolista

L’Ucraina ha perso senza giocare. I tifosi hanno diritto a conoscere la verità

Erano favoriti contro l’Austria, sarebbe bastato un pari per qualificarsi. Che cosa è successo? Quali forze oscure e potenti si sono scatenate?

L’Ucraina ha perso senza giocare. I tifosi hanno diritto a conoscere la verità
Bucarest (Romania) 21/06/2021 - Euro 2020 / Ucraina-Austria / foto Uefa/Image Sport nella foto: David Alaba

Ho visto Ucraina-Austria e un pensiero un po’ molesto si sta insinuando, poco a poco, lieve e strisciante, nella mia testa.

Ma come?

Una squadra, l’Ucraina, data da tutti per favoritissima nella corsa al secondo posto del girone, posizione che le avrebbe permesso di qualificarsi agli ottavi di finale della Coppa Europa, viene inopinatamente sconfitta dall’Austria.

Una squadra, sempre l’Ucraina, alla quale, per ottenere questo prestigioso risultato, sarebbe bastato anche soltanto pareggiare contro la, tutto sommato modesta, Austria.

Ma l’immagine più inquietante, e senza dubbio anche la più inspiegabile, ci viene dal modo col quale l’Ucraina ha interpretato la gara.

Come in ogni dramma – perché di un dramma sportivo si è trattato, anche se incruento e limitato al solo mondo del calcio – dovrebbe esserci un inizio, uno svolgimento e un finale. Ebbene in questa gara non c’è stato niente di tutto ciò.

La gara è andata avanti con un’unica costante: da una parte l’Austria la quale – fregandosene dei pronostici e del ruolo che critici, esperti e pubblico le avevano unanimemente assegnato, cioè quello di costruire barricate, cavalli di Frisia e linee Maginot davanti la propria area, nella speranza di non subire più di sei o sette gol – si è data alla pazza gioia, quella di attaccare fin dal primo minuto, in maniera tanto sconsiderata quanto spensierata e allegra. Sembrava che gli austriaci non avessero nessuna voglia, di risalire in disordine e senza speranza (come era capitato poco più di cent’anni fa ai loro bis o trisnonni) quelle valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

Dall’altra parte l’Ucraina: ‘Artisti (undici) sotto la tenda del Circo, perplessi’.

Ho visto cose che voi spettatori contingentati e distanziati non avreste mai potuto neanche immaginare…

Undici spettatori che avevano regolarmente acquistato il biglietto e superato il termo-scanner per poter assistere alla partita, si sono visti catapultare in campo con maglia, calzoncini e scarpette che avevano i colori dell’Ucraina. E cosa avrebbero potuto fare i meschini, se non assistere impotenti e catatonici alle evoluzioni degli austriaci, senza sapere perché si trovassero lì, in quel posto e in quel momento.

C’è del marcio in Ucraina e forse non sapremo mai quali forze oscure e potenti si siano scatenate per determinare, con mezzi chiaramente illeciti, questo risultato. Ma sicuramente si tratta di un losco affare sul quale bisognerebbe indagare a lungo.

E intanto pretendano delle scuse, i tifosi. Sì, perché anche i tifosi ucraini hanno il diritto di ‘sapere’ cosa è successo, cosa si nasconde dietro questa terribile storia. Le pretendano innanzitutto dai calciatori, dall’allenatore (cosa è successo, ad esempio, nello spogliatoio durante l’intervallo?), ma le pretendano anche dal Presidente della Federazione Calcio Ucraino e dal Presidente della Repubblica Ucraina (ma è poi una Repubblica, l’Ucraina?).

E chissà che, indagando indagando, non salti fuori qualcosa anche su quel maledetto pomeriggio del 23 maggio scorso al “Diego Armando Maradona”. Dopo l’ipotesi del coinvolgimento della Spectre nella faccenda, ipotesi che si sta dimostrando non del tutto infondata, in specie dopo le dichiarazioni del cugino di un portuale il quale avrebbe rivelato di aver visto tre grandi motoscafi di altura (tipici mezzi di locomozione della Spectre) partire a tutto gas dal Molo Beverello proprio nel preciso momento in cui, a Fuorigrotta, l’arbitro fischiava la fine di Napoli-Verona.

Qualcuno parla di semplice coincidenza. Ma che strane coincidenze.

È su questa ipotesi che sta lavorando ora la parte migliore dei nostri tifosi, quella ‘tutto cuore e maglia sudata’, dopo aver dovuto, a malincuore, abbandonare la pista, per evitare incidenti diplomatici, del coinvolgimento della CIA, del Mossad e del KGB.

Ma dopo Ucraina-Austria, qualcuno si sta muovendo su una nuovissima pista che sembra avere già un nome: “Aragoste e caviale connection”.

E chi vuol capire, capisca.

ilnapolista © riproduzione riservata